Terni, Liberati (M5S): “Santa Maria inadeguato e antiquato, serve un nuovo polo ospedaliero”

TERNI – “L’edificio ospedaliero ternano è ormai inadeguato e antiquato”. Riaccende i riflettori su una questione ormai annosa, Andrea Liberati del Movimento Cinque Stelle in Regione.

“Per l’ennesima volta – scrive Liberati – brani significativi dell’Ospedale di Terni sono stati allagati. E’ già ripetutamente accaduto nel 2016 e stavolta è toccato a Dialisi e Nefrologia, Risonanza magnetica e Angiografia. L’edificio presenta molti altri problemi che le costose ristrutturazioni in corso non potranno mai tamponare.

Dopo i nuovi ospedali di Perugia, Foligno, Branca e Todi, era d’altra parte proprio qui, allocando il nuovo polo ospedaliero sulla Marattana, tra Terni e Narni, che ora bisognava investire quale effettiva necessità, vista l’irrecuperabile obsolescenza degli immobili esistenti, nemmeno antisismici.

Lo stesso Silvestrini di Perugia non nacque dal nulla, ma da un primo presidio sanitario costruito, per così dire, extra moenia tra il 1980 e il 1984, visto che quello storico di Monteluce presentava vincoli urbanistici e logistici insormontabili: e, si pensi, che poi comunque occorsero 30 anni per veder realizzata l’intera struttura che vediamo oggi”.

L’attenzione si fossilizza poi su Terni: “A Terni, nel silenzio quasi totale dell’intera classe politica, la Giunta regionale Marini, col consenso del sindaco-medico Di Girolamo, dopo il 2011 ha operato una scelta che è eufemistico indicare come ‘irragionevole’, avendo dato il via libera a una dispendiosa riqualificazione di un edificio comunque antiquato e inadeguato.

Tale scelta imporrà anche in futuro, per anni e decenni, onerose e continue spese di manutenzione, oltre quelle incalcolabili finora già sostenute, nel tentativo disperato di allungare l’esistenza a un bene pubblico che, almeno per l’odierna destinazione sanitaria, è giunto al capolinea del suo ciclo di vita utile. Spese che, con l’approccio che conosciamo, comporteranno prevedibilmente tagli nei servizi resi all’utenza”.

Liberati passa poi alle cifre elencando una serie di documenti che gli danno ragione: “Eppure alcuni documenti –http://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato1867068.JPG– attestano come, ancora nel 2011, ci fossero ben oltre 100 milioni di euro da parte dello Stato per l’edilizia sanitaria in Umbria (art. 20, legge 67/88). Prossima a quel bivio, la Regione ha deciso per la soluzione più diseconomica: un costosissimo maquillage del polo di Terni. Una politica miope e stracciona.

L’attuale Santa Maria, nel Ternano, ha inoltre perso, nel tempo, ben 170 posti letto rispetto ai 700 di 15 anni fa: adesso offre spazio a circa 530/540 degenti, cifra inferiore sia alle necessità che ai parametri demografici/statistici anche previsionali, con evidenti ricadute generali quando parliamo di barelle in corsia o parcheggiate in altri reparti. Un fatto che influisce anche sulle pur buone potenzialità attrattive del polo ospedaliero di Terni: poco noto è, ad esempio, che, a dispetto della grandi professionalità in campo, troppi pazienti, rispetto alla media nazionale, lasciano per dimissioni volontarie. Perché?

Approssimativamente i costi per posto letto degli ospedali inaugurati più di recente in Umbria – e non solo – assommano a circa € 300.000/350.000: alla Regione sarebbe allora bastato attingere dalle risorse statali, contraendo un mutuo di appena € 5 mln a 40 anni (la miseria di circa € 30 a cittadino ternano-narnese) per realizzare un nuovo nosocomio integrato da almeno 7-800 posti letto destinato a servire un bacino di 150.000 abitanti, pronto a ogni sfida futura, fortemente attrattivo, dotato di elisoccorso e facili collegamenti con i principali nodi stradali. Un ospedale tecnologicamente al top in una cittadella della salute, della scienza e della ricerca, sottoponibile a ulteriori ampliamenti”.

L’attacco poi passa a Regione, giunta e Comune: “Ritengo che – prosegue Liberati – la Regione Umbria e, in particolare, le Giunte succedutesi negli ultimi 30 anni, su questo non abbiano avuto rispetto dei ternani, nonché del personale medico e tecnico qui operante. E siffatta mancanza di rispetto non è dovuta certo a questioni di campanile.

Non è questa la sede per una disquisizione sociologico-politica, ma le colpe sono pressoché esclusivamente legate alla debolezza –per non dire grigiore- culturale di quei non pochi ternani che hanno occupato le poltrone della Giunta medesima, invero attentissimi alla politica politicante, ma assai distratti nell’onorare compiutamente il mandato elettivo con realizzazioni concrete e durature, a vantaggio della collettività.

Un nuovo polo ospedaliero nella Conca resta viceversa compensazione doverosa per ternani, narnesi e circondario, considerando non solo il surplus di ricchezza procurata a questa regione e all’Italia stessa grazie alle Acciaierie, ma anche e soprattutto alla luce di quanto le nostre famiglie abbiano dato in termini di salute e di vita proprio a motivo di un ambiente compromesso e, infine, sconvolto sull’altare del progresso industriale sine limite: la battaglia del Movimento 5 Stelle è appena iniziata”.

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