Telfer, archeologia industriale e turismo, i “pro” spingono su Comune e Regione

TERNI – La parola fine ancora non è scritta. Per lo meno, non per i “pro Telfer”. Nonostante l’assessore ai lavori pubblici, Stefano Bucari, abbia ribadito che la passerella di Papigno sarà abbattuta (i lavori dovrebbero partire a giorni ndr.), i sostenitori del valore del manufatto come una testimonianza dell’archeologia industriale a Terni, riaprono, semmai l’avessero chiusa, la questione. Il blogger Claudio Pace, che a gennaio aveva organizzato un flashmob per richiamare l’attenzione sul valore della passerella, chiederà che il tema sia oggetto di discussione in consiglio comunale e in consiglio regionale dove, tra l’altro, la seconda commissione consiliare si era interessata della vicenda con una audizione a Palazzo Gazzoli.

Pace, come anche il consigliere comunale del Pd, Sandro Piccinini, e il Centro Studi Malfatti, è convinto del valore intrinseco della passerella “in particolare – dice – per il modo in cui è stata fatta, per la tecnologia usata e per il tipo di materiale”.

Costruita intorno ai primi anni Trenta, la Telfer serviva a trasportare i sacchi di calciocianamide dal luogo di produzione al magazzino e metteva in comunicazione l’ex elettrochimico di Papigno con i suoi depositi situati sulla sponda destra del Nera. Per il Centro Malfatti si tratta di uno dei simboli della Manchester italiana, come veniva chiamata Terni negli anni del suo maggior sviluppo industriale, un tassello di quello che potrebbe essere un progetto di archeologia industriale intorno al quale muovere un piano di sviluppo e di cambiamento della città.

Il Comune sostiene invece che la passerella è pericolosa e va abbattuta. Sono pronti 400mila euro per demolirla.

“Se il problema è la sicurezza – ribatte Pace – perché in tanti anni non è mai stata chiusa la strada Valnerina, non è mai stato messo un cartello che indichi il presunto pericolo?”

L’ostinazione intorno alla salvaguardia della passerella, va letta con la volontà da parte dei “pro Telfer” di avviare una discussione seria sui progetti di sviluppo dell’archeologia industriale. “Terni ha un patrimonio unico – spiega Pace – l’area di Papigno e la Cascata rappresentano la sintesi del connubio industria-natura. Altre zone con le caratteristiche di questo territorio sono considerate addirittura patrimonio Unesco. Allora perché – domanda il blogger – non recuperare con intelligenza l’area industriale di Papigno per aumentare l’offerta turistica della Valnerina e renderla più residenziale e meno mordi e fuggi? L’archeologia industriale – afferma Pace – è una risorsa del nostro territorio, una risorsa culturale che, se ben gestita,  può diventare anche occupazionale ma lo spirito non può essere quello di utilizzarla come un pretesto per fare qualche convegno o istituire qualche premio più o meno autoreferenziale”.

Il blogger ternano rivolge infine un appello ai due consigli regionale e comunale e in particolare ai rispettivi presidenti Brega e Mascio, affinché sia discussa urgentemente una moratoria “alla sentenza di morte della Telfer” e “nello stesso tempo si trovi il modo, sfruttando i fondi europei, di riqualificare e rendere l’area della Telfer patrimonio Unesco insieme alla Cascata delle Marmore, ampliando l’offerta turistica residenziale ma in modo totalmente rispettoso dell’ambiente e dell’immenso patrimonio archeologico unico della Valnerina, patrimonio che è memoria storica sull’uso dell’acqua e del creato come fonte di energia pulita e sicura”.

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