Umbertide, Mancini (Lega) chiede l’audizione di Usl, Arpa e sindaci sul caso Splendorini

UMBERTIDE – “Serve chiarezza e trasparenza sulla vicenda Splendorini Ecopartner di Umbertide”. Così il consigliere regionale e vice presidente dell’Assemblea legislativa, Valerio Mancini (Lega nord) che, in merito all’impianto di trasformazione rifiuti organici della ditta Splendorini sito a Calzolaro di Umbertide, chiede la convocazione in Commissione consiliare del “dirigente del dipartimento di prevenzione del USL Umbria 1, ARPA Umbria, i Sindaci di Umbertide e di Città di Castello oltre agli Assessori regionali competenti in materia, dei titolari dell’azienda e rappresentanti della cittadinanza”.

“Sulla questione – commenta Mancini – si è detto e scritto di tutto, si è persino assistito ad uno scarica barile che dimostra tutte contraddizioni interne al Pd, un partito che crea problemi e ricerca forzate soluzioni. Diffido dall’attuale amministrazione umbertidese e dalla precedente, finta paladina dei cittadini. La stessa – continua – che costruisce gigantesche moschee, che guida una città in cui si verificano sparatorie per strada. È un fatto insindacabile – aggiunge – che l’allora sindaco Giulietti, in ambito rifiuti, fece scelte incomprensibili preferendo Perugia a Città di Castello ed oggi gli umbertidesi sono i primi a subirne le conseguenze, visto le tariffe salate che sono costretti a pagare rispetti ai tifernati. È innegabile come l’amministrazione Locchi, per ben due anni, abbia conferito nella frazione di Calzolaro, migliaia di tonnellate di ‘organico’”.

“Sulla vicenda – rimarca Mancini – la Lega nord ha le idee ben chiare e raccomanda, al Comune di Città di Castello, prudenza di fronte ad un affare economico che presenta delle incognite politiche pesanti ed inopportune, da non sottovalutare. Il sindaco Bacchetta non chini dunque la testa a un Pd in crisi di nervi, afflitto da carenza di future poltrone. Auspichiamo prudenza da parte dell’Amministrazione comunale tifernate, perché in ballo ci sono oltre 4 milioni e 700 mila euro di soldi pubblici”.

“Oltre a queste valutazioni politiche legittime – conclude Mancini – suffragate da elementi evidenti, a noi sta a cuore il benessere dei cittadini e dei territori, qualunque siano i progetti delle varie società, esercitati nella legittimità delle singole imprese, non è però un caso che chiediamo di convocare in Commissione consiliare anche le rappresentanze cittadine”.

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