La sanità umbra si scopre meno attrattiva
PERUGIA – A seguito di un’indagine condotta negli ultimi tre anni inerente la mobilità attiva e passiva della sanità umbra, è risultato che il sistema sanitario sta perdendo posizioni. I dati prendono in analisi i movimenti dei pazienti, sia all’interno della regione che al di fuori, che per motivi di salute si recano in strutture sanitarie. In sostanza i parametri sono due: da un lato la mobilità attiva che riguarda coloro che da un’altra regione vengono a curarsi in Umbria e per i quali percepisce un rimborso; dall’altro quella passiva che interessa gli umbri che invece vanno a curarsi fuori regione, determinando un incremento delle spese sanitarie regionali. II consigliere regionale di Foza Italia Raffaele Nevi, analizzando i numeri, ha riscontrato che la sanità umbra sta perdendo posizioni. Negli ultimi tre anni sono diminuiti gli incassi della mobilità attiva: 108 milioni e 403mila euro nel 2014,107 milioni e 875mila nel 2015 e poco più di 106 milioni nel 2016. E al contrario aumenta la spesa per la mobilità passiva, gli umbri che vanno altrove: 86 milioni e 776mila euro nel 2014,89 milioni nel 2015 e 92 milioni e 721mila euro lo scorso anno. Da tale lettura si evince che c’è una tendenza degli umbri a spostarsi fuori regione per farsi curare, mentre al contempo calano i pazienti che scelgono l’Umbria per sottoporsi a cure mediche. Va riscontrato tuttavia, che il saldo rimane ancora attivo, sebbene questo risulti in calo dato l’andamento negativo registrato. “Emerge un inesorabile trend di fuga dei pazienti – chiosa il consigliere regionale azzurro – il saldo in un solo anno, tra il 2015 e il 2016, è peggiorato di altri cinque milioni di euro”.