La misteriosa scomparsa di Davide Pecorelli: i ritardi della polizia albanese e gli esami del Dna.

Ci sono molte aspetti ancora da chiarire, soprattutto sugli ultimi spostamenti in Albania. Con il passare dei giorni si aprono nuovi scenari sulla scomparsa di Davide Pecorelli, 45 anni, originario di Lama di San Giustino, imprenditore del settore estetico e dei prodotti per parrucchiere, con attività tra Arezzo e Città di Castello. Padre di quattro figli, tre avuti dalla prima moglie e uno dalla seconda, cittadina albanese. Pecorelli all’inizio di gennaio era andato in Albania per motivi di lavoro, ma da più di venti giorni scomparso nel nulla. L’ attenzione degli inquirenti è concentrata su un’auto trovata bruciata nel nord dell’Albania, vicino a Puka. L’imprenditore tifernate, ex arbitro di calcio e proprietario di un piccolo albergo, nell’ultimo periodo non aveva fatto mistero di avere difficoltà economiche molto probabilmente legate alla pandemia. Le indagini sono state fatte dalla polizia albanese ma attraverso l’Interpol è stata investita anche la Procura della Repubblica di Perugia che ha aperto un fascicolo e attivato la squadra mobile della Questura del capoluogo umbro. Gli uomini della Polizia di Stato sono in attesa di conoscere i risultati del Dna sulle ossa ritrovate all’interno della Skoda Fabia che era stata noleggiata proprio dall’imprenditore tifernate al suo arrivo in Albania. L’auto, infatti, è stata ritrovata bruciata. Il 3 gennaio scorso Pecorelli è arrivato in Albania, ha noleggiato la “Skoda Fabia” e il giorno successivo si è recato a Scutari e la sera era a Puka, dove aveva prenotato una camera in un hotel per tre notti. In realtà è rimasto per due notti: 4 e 5 gennaio.  Se a Puka non risultano incontri particolari, a Scutari avrebbe visto alcune persone. Infatti, secondo la localizzazione del satellite, sarebbe rimasto tre-quattro ore in un parcheggio. La sua auto viene trovata bruciata all’alba del 5 gennaio. Sembra – da quello che avrebbe raccontato la compagna albanese –  che doveva mettersi d’accordo con un medico albanese per la cessione di un laser di ultima generazione, dal valore superiore ai 60 mila euro. Dal 6 gennaio di Davide Pecorelli si perdono le tracce, la compagna e la stessa ex moglie provano a contattarlo ma non ci riescono.  Il suo telefono squillava senza alcuna risposta. Seconda la testimonianza di un amico l’imprenditore tifernate sarebbe dovuto tornare in Umbria il 10 gennaio, aveva prenotato infatti il volo di ritorno. All’interno della “Skoda Fabia”, completamente distrutta dalle fiamme, sono state ritrovate alcune ossa umane e oggetti che la compagna albanese di Davide ha poi riconosciuto: l’orologio e il cellulare. Le ossa ritrovate all’interno dell’autovettura sono state inviate al laboratorio forense di Tirana per trovare una risposta dal Dna. La Procura della Repubblica di Perugia, dopo la denuncia presentata dai familiari al Commissariato di Città di Castello, ha aperto un fascicolo. I magistrati perugini hanno il Dna del fratello, che sarà confrontato con l’analisi del Dna dei resti ossei analizzati dall’Istituto di Medicina Legale di Tirana. Ci sono ancora troppi interrogativi che attendono una risposta, ci sono molte cose che la Polizia albanese ha tralasciato.  Come mai il telefono e l’orologio di Davide sono stati ritrovati senza particolari danni quando l’autovettura bruciata è stata completamente distrutta ? Per gli inquirenti albanesi l’incendio sarebbe stato accidentale ma non spiega le cause del rogo. Le tesi degli inquirenti locali non convincono affatto, ci sono troppe domande senza risposta e la scomparsa di Davide Pecorelli è sempre di più un mistero che non convince i familiari.