Ritrovate due piramidi nella rupe di Orvieto

ORVIETO – Un’inaspettata scoperta di reperti archeologici è stata  fatta tra le rupe di Orvieto all’interno di una cantina privata, in via Ripa Medici. Le due strutture tronco-piramidali sotterranee, profonde più di 30 metri, aprono senz’altro nuovi scenari di interesse che dovranno essere declinati in una nuova prospettiva incentrata su una futura promozione e valorizzazione culturale e turistica delle cavità sotterrane, consentendo anche di retrodatare i primi insediamenti umani sulla Rupe all’età del Bronzo, ovvero 3500 anni fa, grazie ad alcuni reperti ceramici che vi sono stati rivenuti. Si tratterebbe di oltre 250 frammenti recuperati finora con iscrizioni in lingua etrusca oltre ad altri elementi di terracotta pertinenti a decorazioni architettoniche. Come gestire questa straordinaria scoperta? «L’idea sarebbe quella di non musealizzare altrove gli oggetti trovati, ma creare qui un allestimento», dice Claudio Bizzarri, l’archeologo direttore dello scavo. Gli artefici di questo ritrovamento, avvenuto tempo fa ma finora conosciuto solo nell’ambito scientifico, non hanno ancora tutti gli elementi per capire esattamente a cosa servissero quelle due grandi strutture scavate nella roccia di tufo e ancora parzialmente ostruite dal momento che sono stati scavati finora solo una quindicina di metri. Si tratta di un tassello fondamentale nella conoscenza, ancora parziale,  di quel dedalo di camminamenti, ambienti di lavoro, depositi, magazzini e opifici che gli Etruschi utilizzavano come una sorta di città parallela e sotterranea. La datazione più probabile è intorno al sesto secolo avanti Cristo. Le due strutture sono collegate tra di loro da un tunnel e una delle due cavità artificiali presenta un sistema di scale, scavate nel tufo che salgono verso l’alto. «É ancora difficile dire con esattezza a cosa servissero – spiega Claudio Bizzarri –. Non è un pozzo, ne una cisterna, forse potrebbe trattarsi di una cava per l’estrazione di materiale da costruzione, ma ci sono alcune particolari che ci consentono di avanzare ipotesi sulla storia della città intorno al quinto secolo avanti Cristo. Nella cavità artificiale è stata trovata un’imponente quantità di reperti di vario tipo che non vi erano stati semplicemente gettati, ma deposti volutamente, forse a seguito di un fenomeno naturale che aveva provocato danni». Tali strutture sarebbero state infatti sigillate intorno alla seconda metà del quinto secolo A.C. per motivi ancora da comprendere.

 

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