Treofan manda a casa 142 dipendenti, 139 a Terni. Arrivate le lettere di licenziamento, sciopero alla Sangemini.

La Treofan Italy srl ha inviato oggi la comunicazione ufficiale del licenziamento collettivo di 142 dipendenti,  139 dei quali attivi nello stabilimento di Terni.  Lo ha appreso l’Ansa che ha potuto consultare una delle lettere di licenziamento. La procedura, che secondo la normativa ha un termine di 75 giorni, è stata avviata sulla scorta della cessazione definitiva dell’attività,  conseguente alla messa in liquidazione della società.  Nella lettera inviata agli enti e alle organizzazioni sindacali, l’ azienda in base a quanto si apprende, giustifica la decisione con la crescente competitività del mercato, con l’ aggravarsi della congiuntura economica ( anche a causa della pandemia ) e con i livelli elevati dei costi di esercizio dello stabilimento ternano. I lavoratori, in presidio permanente da ieri alle portinerie della fabbrica, si sono riuniti subito in assemblea dopo aver ricevuto la comunicazione, che sarà ora al vaglio degli uffici legali delle organizzazioni sindacali per eventuali imputazioni. Stamani, intanto, gli stessi lavoratori della Treofan hanno ricevuto la visita dei dipendenti della Sangemini, in sciopero fino a domani per chiedere chiarezza rispetto al futuro della fabbrica .”Qui non ci sono due vertenze separate, qui ci sono centinaia di lavoratori e di famiglie di uno stesso territorio ai quali stanno togliendo il lavoro. Dobbiamo lottare insieme per far sì che chi ci governa difenda le nostre fabbriche e il nostro futuro”. È stata una pagina di solidarietà davvero bella quella scritta oggi, martedì 24 novembre, dai lavoratori della Sangemini-Amerino e da quelli della Treofan, aziende della provincia di Terni distanti tra loro solo pochi chilometri. I primi sono in sciopero da due giorni, per difendere gli 86 posti di lavoro messi seriamente a rischio dalla proprietà, il gruppo Ami della famiglia Pessina. Stamattina hanno caricato in macchina alcune casse di quell’acqua che vogliono continuare a produrre e l’hanno portata ai cancelli della Treofan, per la quale la multinazionale Jindal ha annunciato la chiusura. I lavoratori dell’azienda chimica sono usciti tra gli applausi dei loro colleghi e si sono stretti in un abbraccio, purtroppo solo virtuale, per il rigoroso rispetto delle regole di sicurezza per il Covid.

“Dobbiamo unire le nostre lotte – hanno detto i rappresentanti delle due Rsu – perché qui in gioco c’è un intero territorio e due fabbriche che ne hanno fatto la storia. E allora tutta l’Umbria deve capire che si sta decidendo un pezzo del suo futuro e fare pressione insieme a noi su chi deve imporsi a livello istituzionale, per impedire questo vero e proprio saccheggio”.

Sempre in mattinata, dopo l’incontro ai cancelli della Treofan, i sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil dell’Umbria, insieme alla Rsu di Sangemini-Amerrino hanno incontrato il prefetto di Terni per chiedere di sollecitare nuovamente il governo a convocare un nuovo tavolo con la proprietà, per scongiurare l’ipotesi di un piano concordatario lacrime e sangue per i siti umbri.