DIS…CORSIVO. LA SPIRULINA

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Se fossi ancora uno studente e mi portassero a scuola un alimento primario come la spirulina sul quale compiere, coltivandolo, esperimenti in accordo con l’Agenzia Spaziale Europea per osservare e misurare la fotosintesi per un paio di settimane, credo che al terzo giorno mi sarei già rotto le scatole e avrei mandato a quel paese tutto il protocollo di operazioni altamente scientifiche in cui consiste l’attività.

Perché? Perché o non ci hanno raccontato col giusto pathos il progetto o perché si tratta di fare, aggiornandolo, il giochino della fotosintesi che ogni scolaretto di cinquant'anni fa già faceva o perché davvero, intorno all'esperimento non è cresciuta una cultura umanistica in grado di tenere il passo con l'evoluzione della ricerca scientifica, che oggi ha veramente un senso in più se condotta nello spazio.
Foligno e Bastia hanno scelto sette scuole per l'esperimento-spirulina (attraverso l’impiego di un luogo di coltura controllato, viene dimostrata la necessità di anidride carbonica e l’intensità della fotosintesi viene quantificata misurando l’ossigeno prodotto) e enfatizzano giustamente l'attività dei loro scolari. Il Laboratorio di Scienze Sperimentali di Foligno è naturalmente orgoglioso della sua intraprendenza, del suo entrare in un giro di ricerca che toglie l'Umbria da un sempre ricorrente pericolo di isolamento.
Ma perché, però, non gettare dei ponti con tanta cultura umanistica e letteraria che langue intorno ai suoi vecchi assilli sentimentali e stimolarla in una riflessione sui misteri dell'universo, sulla trasformazione della Terra, sulla vita che attende le generazioni del Tremila su altri pianeti del sistema solare, sulla possibilità di cominciare a crearsi alimenti nell'universo grazie alla coltivazione della spirulina?
Non si divertirebbero così, a fantasticare sul possibile futuro, quegli studenti che seguono con trepidante noia gli esiti degli esperimenti sulla coltivazione della spirulina?
Secondo me, in questo modo si creano purtroppo nuovi solchi fra le “due culture” (posto che siano più ancora solo due, quella scientifica e quella letteraria) e non si progredisce, al di là delle apparenze, neppure nei significati profondi che la ricerca scientifica può avere oggi sulle menti dei giovani scolari nativi digitali.
Il compito di avanzare in concordia culturale se lo devono assumere un po' tutti, a partire dai tanti che frequentano le Feste della Scienza e dagli insegnanti che, giorno per giorno, svolgono l'ingrato mestiere della verifica dei saperi. Ma a tutto ciò non possono restare estranei neppure i tanti che si reputano scrittori, filosofi e poeti in questa regione: a loro il compito di far volare l'istinto anche verso la spirulina, se serve, riportando le suggestioni che i viaggi nell'al di là del nostro pianeta – resi possibili dalla scienza – scrivono negli animi più sensibili perché li confessino, scrivendone, agli altri.
Alla politica, infine, interesserà la spirulina? In termini elettorali, certamente sì, se consideriamo il lancio clamoroso che tra Foligno e Bastia si è fatto dell'esperimento-spirulina concordato con i protocolli dell'Agenzia Spaziale Europea. L'occasione, per di più, è stata colta per comunicare in maniera progressiva anche la dotazione, a Foligno, della stampante in 3D da parte del LabScienze di Foligno. Ma qui già siamo sui confini dell'interesse, che per la politica è probabilmente poco più che zero, per i problemi del progresso coerente, parallelo e integrato di cultura scientifica e cultura umanistica.
Bisognerebbe, però, non rinunciare, trovare il modo perché un problema in apparenza così lontano dalla politica possa diventare motore di sviluppo della regione, magari coinvolgendo nella questione anche l'Università, con i suoi Dipartimenti scientifici e con ciò che resta di quelli umanistici. Spesso è solo ripartendo dagli elementi più insignificanti che l'edificio della società può essere riedificato e alimentato, come in questo caso, a razioni di esaltante spirulina.

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