Gli incendi, lo ius soli e altro

di Pierluigi Castellani

La torrida estate di quest’anno sta investendo come non mai la politica italiana di questioni non risolte, di allarmi e di paure che non aiutano a rendere normale e coerente un confronto politico sempre più esacerbato e non costruttivo. Anche il divampare degli incendi nel patrimonio boschivo del nostro paese contribuisce a disorientare l’opinione pubblica sempre più presa dai problemi del lavoro e dei bilanci familiari in sofferenza. Eppure la ripresa c’è come affermato dall’Istat e dai dati diffusi da Bankitalia, anche se si tratta di una ripresa, sempre ancora al di sotto , sia pure di poco, della media europea e che troppo lentamente sta facendo migliorare l’occupazione. Ma lo sconcerto dei cittadini di fronte al dilagare degli incendi ed al flusso ininterrotto degli sbarchi dei migranti sulle nostre coste non sembra faccia maturare nel sentire comune una qualche flebile speranza. A questo non giova anche il modo in cui i fatti di questi giorni vengono presentati dai mezzi di informazione. Per quanto riguarda i roghi si sottolinea soprattutto un qualche ritardo negli interventi ed il non sufficiente patrimonio di mezzi e di uomini atti a spegnerli.

Poco viene sottolineato e denunciato il contributo che agli incendi è dato colpevolmente dall’incuria o dalla mano dell’uomo. Quasi sempre le fiamme originano da un atto doloso al cui rimedio non basta solo la repressione nei confronti del piromane di turno senza una coscienza collettiva del problema , che può nascere soltanto da una chiamata in causa dei singoli comportamenti dei cittadini a cui in primo luogo è affidata la cura del creato. Così è per il fenomeno dei migranti. Fenomeno che investirà sempre di più tutto il mondo occidentale perché nessuno dei paesi sviluppati, e non soltanto europei, si può chiamare fuori da un corretto rapporto tra nord e sud del mondo. E poi c’è chi alimenta demagogicamente le paure sperando di trarne vantaggio elettoralmente alle prossime occasioni. Chi grida ad una possibile invasione del nostro paese non sa offrire una soluzione credibile al problema. Chi dice che non dobbiamo farli sbarcare nel nostro paese ed erige muri e proteste contro chi è indifeso non ha il coraggio di dire apertamente quello che segretamente pensa e cioè che sarebbe meglio lasciarli navigare in mare a loro pericolo. Indubbiamente il problema esiste e va affrontato con razionalità e determinazione ma non si può negare il dovere di salvare vite, perché nessuno può dimettersi dall’essere membro di un’unica famiglia umana. Certamente il nostro governo fa bene a chiedere solidarietà concreta agli altri paesi europei ed ad invocare un concreto aiuto dell’occidente, che attui con risorse e mezzi adeguate la politica di un affrancamento dalla miseria e dalla guerra di quei paesi africani da cui origina l’emigrazione. E non basta l’esortazione del Papa e dei vescovi perché poi la politica entra in crisi con le sue paure tanto che il primo effetto è stato quello di rimandare all’autunno(?) l’approvazione definitiva di una legge, da molti ritenuta giusta e sacrosanta , come quella dello ius soli.

Ma l’esito degli ultimi ballottaggi ed il timore per le nuove elezioni politiche hanno frenato anche quelle forze politiche che inizialmente avevano votato la legge in prima lettura alla Camera dei Deputati. E’ l’avanzata dei populismi di varia natura che sta ripiegando la politica sul contingente. E’ noto che il populismo nasce e prospera alimentando paure che finiscono per orientare l’opinione pubblica verso improbabili soluzioni quasi sempre reazionarie e di destra. E’ su queste paure che si sta ricompattando il centrodestra ,forte anche del buon successo ai ballottaggi delle ultime amministrative, ed è su queste stesse paure che il M5Stelle sta perdendo la sua ambiguità sia sul tema dei migranti che ,ad esempio, opponendosi ad una legge che punisca l’apologia del fascismo, mentre l’altra faccia della medaglia politica, quella del centrosinistra che ha storia e cultura di governo, sembra avvitarsi su se stessa alimentando opposte tifoserie a favore o contro chi ora ha la responsabilità della guida del PD, del resto consacrata dalle ultime primarie. Ed il dibattito intorno alla sinistra è così aspro ed acceso tanto da sollecitare un’approfondita analisi di Massimo Recalcati su Repubblica del 17 luglio circa l’odio che caratterizzerebbe questa fase dell’antirenzismo. “ La vera ragione di tutto questo odio – scrive Recalcati- è la difficoltà della vecchia sinistra di fare il lutto della sua fine storica. Più schiettamente: Renzi è colpevole di avere messo la sinistra di fronte al suo cadavere”. Non c’è che da sperare nell’imminente arrivo del generale agosto, che spenga questi incendi con qualche pausa di serena e riposante riflessione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.