Dopo i ballottaggi

di Pierluigi Castellani

Anche i ballottaggi svoltisi domenica scorsa in cinque comuni dell’Umbria hanno confermato la tendenza maggioritaria del centrodestra a trazione leghista nella nostra regione. La conquista da parte del centrodestra delle amministrazioni comunali di Foligno, Bastia, Marsciano ed Orvieto si aggiunge alle amministrazioni di centrodestra già in atto in municipalità importanti come Perugia, Terni, Spoleto, Todi e  segna una pesante ipoteca sulla regione Umbria da parte soprattutto della Lega di Salvini nelle consultazioni, che si avranno con ogni probabilità nel prossimo autunno. E’ pur vero che a Gubbio è stato confermato il sindaco uscente di centrosinistra Stirati, ma il prof. Stirati è un personaggio anomale e non riconducibile al PD, che anche in quella città come del resto in gran parte della regione sta vivendo una crisi profonda di strategia e di identità. A questo punto c’è indubbiamente da chiederci se questo ribaltamento di posizioni politiche sia dovuto ad un giudizio negativo che gli elettori danno della politica fin qui seguita dal  centrosinistra in Umbria o ad una volontà di cambiamento non meglio specificata da parte degli elettori umbri.

Viene facile rispondere che è soprattutto la voglia di cambiamento a prevalere anche se si può rilevare che questa volontà di cambiamento può apparire soprattutto velleitaria se la si confronta con le performances espresse dalle amministrazioni di Terni e Spoleto, già a guida di centrodestra. Ma c’è indubbiamente anche una ragione profonda nella crisi che sta attraversando nella nostra regione il PD, che si è dimostrato non capace di costruire alleanze alternative e vincenti. Infatti all’alternativa da contrapporre al centrodestra è vistosamente mancata una forza di centro che sapesse coagulare quegli elettori moderati, che non vogliono essere risucchiati da una destra tutta salviniana, ma che sono restii a ritrovarsi indistintamente nel PD. Insomma al centrosinistra umbro è mancato proprio il centro, che possa  aggiungersi, con il trattino o senza trattino ( come volete), alla parola sinistra con la quale  oramai viene identificato il PD non più a vocazione maggioritaria. Del resto è ben riscontrabile, che ora alla sinistra di questo partito c’è poco più da recuperare. L’esperienza di Perugia e di Foligno sta a significare, che pur essendo stato meritorio il tentativo di unificare sotto il tetto di un unico candidato tutta la galassia di sinistra, poi è mancato l’apporto di quel centro necessario per sconfiggere la Lega, a nulla essendo valse le liste civiche sotto le cui insegne molto spesso si sono camuffati dirigenti e militanti dello stesso PD. E’ necessario quindi porre in essere, oramai ad urne chiuse, una vera analisi delle condizioni in cui si trova il PD umbro dopo il commissariamento voluto dalla segreteria nazionale. Non si poteva gestire meglio questa fase cercando di evitare le dimissioni da presidente della Marini e quindi condurre la legislatura regionale alla scadenza naturale del prossimo anno ? E’ proprio vero che il giustizialismo adottato dal PD umbro con l’avallo del Nazzareno sia stato veramente pagante in termini elettorali quando la Lega con tutti i guai giudiziari in cui è stata coinvolta, anche recentemente, ha comunque raggiunto il 38% dei consensi ? Non si è così corso il rischio di offrire all’opinione pubblica un giudizio negativo su tutto l’operato della giunta regionale, che pur negli anni di gravi crisi economica del paese ha saputo garantire agli umbri servizi sociali e sanitari di eccellenza ? In questo modo non sono stati distratti gli elettori dalle gravi manchevolezze del governo, oramai a guida Salvini, nella gestione delle emergenze come quella del terremoto del 2016 e nella gestione dell’economia italiana la cui stagnazione sta ulteriormente fiaccando anche l’economia umbra ? Se un partito non garantisce ,fino a prova contraria, ai propri dirigenti incappati in indagini della magistratura quella presunzione di innocenza fino a condanna definitiva, che è invece  garantita dalla nostra Costituzione non finisce per mortificare tutto un partito, che invece ha grandi meriti acquisiti nella gestione della cosa pubblica nella nostra regione ? A queste domande prima o poi qualcuno dovrà pur rispondere.