Il Governo Gentiloni alla prova

di Pierluigi castellani

Il governo Gentiloni dopo la breve pausa imposta dal malore del Presidente del Consiglio ha ripreso la sua incisiva azione politica in continuità con quella del governo Renzi. Ed in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale sulla costituzionalità dell’Italicum molti sono i problemi all’ordine del giorno dell’agenda politica. Qualcosa si è in qualche modo chiarito. La pronuncia della Consulta sulla inammissibilità del referendum sull’art.18 proposta dalla CGIL ha certamente spianato in parte la strada all’azione del governo.

Non essendoci infatti più l’incombenza di questo referendum, che indubbiamente avrebbe avuto una forte valenza politica, il governo ha davanti a sé soltanto l’incerto traguardo del termine della legislatura, per cui ora si trova di fronte gli impegni internazionali europei e del G7 di Taormina, l’assetto del sistema bancario e l’attuazione di misure a sostegno dell’economia per accelerare quello sviluppo che oramai è un obbiettivo indilazionabile. Le misure ci sono e sono quelle previste dall’ultima legge di stabilità ma vanno concretamente realizzate insieme ad una serie di aggiustamenti, che il governo ha già deciso di affrontare. Penso alla correzione dei voucher, per cui è stato ammesso il referendum, per limitarli ai veri lavori occasionali, alla piena attuazione della riforma scolastica con l’esercizio della delega ivi contenuta, alla riforma della giustizia per la quale sta lavorando tra mille difficoltà il ministro Orlando e che vede la perenne agitazione dell’Associazione Nazionale Magistrati. Si dirà non è poco per un governo che dovrebbe essere di transizione, ma certamente sono questioni che tutte richiamano la responsabilità e l’azione dell’esecutivo, che nel frattempo sta portando anche avanti questioni che attengono a fondamentali diritti come quello della salute.

Il recente decreto che, dopo 15 anni, approva i nuovi LEA rafforza l’universalità del nostro sistema sanitario dando certezza a tutti i cittadini circa la prevenzione di molte malattie con la generalizzazione dei vaccini senza ticket . Uno scenario questo che rende il nostro paese uguale per tutti gli italiani. Si pensi, a questo proposito, la grande distanza culturale e politica che separa l’Italia dall’America di Trump, che invece si appresta a cancellare la riforma sanitaria voluta da Obama. C’è poi il tema della povertà che angustia il nostro paese, ma anche su questo il governo non sarà inerte perché attuando misure già previste dovrebbe ampliare la platea di chi potrà fruire del cosiddetto reddito di inserimento. Certamente sono molte le questioni da affrontare ma è sempre più urgente che l’Italia riprenda la strada di quel riformismo che il risultato del referendum del 4 dicembre non deve inopinatamente interrompere.

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