La mossa del cavallo di Berlusconi

di Pierluigi Castellani

Nel gioco degli scacchi la mossa del cavallo è quella che inaspettata spiazza l’avversario e lo mette in difficoltà. Così ha fatto Berlusconi  per il comune di Roma ritirando il suo candidato Bertolaso e facendo convergere Forza Italia su Alfio Marchini. Le conseguenze per ora sono del tutto imprevedibili. Certo è che in questo modo Berlusconi ha voluto riappropriarsi di un ruolo autonomo rispetto alla Lega ed a Fratelli d’Italia. L’ex premier ha voluto dire con chiarezza alla Meloni ed a Salvini che non ha ancora ceduto la leadership del centrodestra ed ha mandato un segnale ad Alfano per una possibile ricomposizione con il NCD, riposizionandosi sul centro in questo in linea con il PPE. Un’altra conseguenza è che ora sono quattro i candidati a sindaco di Roma che si giocano le prime due posizioni per il ballottaggio: Maggi dei 5Stelle, la Meloni, Giachetti e Marchini. Si fa più dura la corsa anche per il PD? E’ difficile immaginarlo perché Meloni e Marchini si contendono lo stesso spazio nel centrodestra, mentre i 5Stelle hanno oramai un loro elettorato che sembra, stando ai sondaggi, abbastanza solido. Resta l’incognita di Giachetti, che potrebbe anche beneficiare della contesa a destra tra Meloni e Marchini, ma le sue chances sono tutte legate al recupero sul fronte degli indecisi e degli elettori di centrosinistra sconcertati dopo i fatti di Mafia capitale e della traumatica esperienza di Marino. Ma molto probabilmente la mossa di Berlusconi più che allo scenario romano è tutta rivolta all’orizzonte italiano ed a quello europeo. Deve infatti dimostrare al PPE ,ed alla Merkel in particolare, che la sua posizione non è schiacciata sui lepenisti italiani, che pure sono suoi alleati a Milano e nel nord Italia e deve tentare di giocare ancora la carta della leadership del centrodestra italiano per dimostrare che sarà ancora  lui a dare le carte nel prossimo appuntamento elettorale del 2018. Sa bene infatti l’ex premier che una guida lepenista del centrodestra italiano ha scarse probabilità di successo e lo metterebbe poi in un angolo in Europa, dove tutto il PPE è interessato a differenziarsi dalla estrema destra populista e sostanzialmente antieuropea. Ma come al solito Berlusconi non gioca solo da una parte del campo e ,mentre con la scelta di Marchini cerca di riposizionarsi al centro, con l’esortazione data a tutta FI di animare la campagna del “no” nel prossimo appuntamento referendario di ottobre vuole riaffermare la sua contrarietà al governo Renzi ed alla sua riforma costituzionale, che , è sempre bene ricordare, fu votata in prima battuta anche da FI. Ma la coerenza non è certo nella storia di Berlusconi e quest’ultima mossa del cavallo potrebbe anche ritorcerglisi contro. Il tramonto è sempre melanconico per tutti, soprattutto per chi non sa, da grande interprete, uscire di scena.

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