La nuova legge elettorale

di Pierluigi Castellani

E’ come un copione già scritto. Appena pochi mesi fa erano in molti politici e commentatori che chiedevano al PD , quale partito di maggioranza alla Camera dei Deputati, di fare un passo in direzione di una nuova legge elettorale dopo che era miseramente fallito, per il venir meno dei 5Stelle, l’intesa sul sistema tedesco. Tutti, o quasi, premevano perché il paese si dotasse di una nuova legge elettorale, che consentisse un ordinato avvio al voto dopo la chiusura della legislatura. Tutti facevano carico al PD di fare la prima mossa per ricercare una nuova intesa tra maggioranza ed opposizione. Il cosiddetto rosatellum è nato così, dal pressing esercitato su Renzi e sul Pd, che quindi si è fatto carico di una proposta anche se era consapevole che le uniche forze di opposizione disponibili ad un accordo sarebbero state FI e la Lega.

Si temeva che ancora una volta si gridasse all’inciucio e che in questo modo si gettassero le basi per un eventuale accordo di governo FI-PD. Così è puntualmente avvenuto. Ora che un accordo è stato trovato tra la maggioranza e due forze dell’ opposizione i professionisti del dissenso, i 5 Stelle, gridano all’inciucio e vanno in piazza a dire che si è perpetrato un vulnus alla democrazia. Ci sarebbe da ripercorrere tutto l’iter del processo e di come si è giunti al voto favorevole della Camera dei Deputati di questi giorni. Ma basta fare memoria di come tutte le proposte avanzate dal PD in questa materia, a cominciare dalla riproposizione della legge Mattarella, quella con cui si è votato fino al 2001, non abbiano trovato il consenso necessario in parlamento. Al dissenso dei 5Stelle si è aggiunto quello della sinistra, cioè di Sinistra Italiana e del MPD, anche se quest’ultimi in particolare, parlo dei bersaniandaleminani, si erano sempre dichiarati a favore del mattarellum. Ebbene il rosatellum, dal nome del capogruppo dem alla Camera Ettore Rosato, non è altro che un mattarellum con le proporzioni tra maggioritario e proporzionale invertite a favore della parte proporzionale, cioè 36% parlamentari eletti nei collegi uninominali e 74% eletti con liste bloccate, molto corte, nel proporzionale. C’è da ricordare agli immemori che anche nel mattarellum le liste del proporzionale erano bloccate e che erano ben più lunghe. Ora anche Bersani e D’Alema dimenticano tutto questo e si aggiungono al coro di chi grida e denuncia l’inciucio. La verità è che con questo parlamento, oramai in scadenza, è difficile trovare una legge elettorale che vada bene a tutti, perché il primo pensiero non è già quello di perseguire il bene del paese, ma ciò che consente a tutte le forze politiche, anche a quelle non interessate a dare un governo al paese, di essere rappresentate e quindi consentire ad un ceto politico di sedere in parlamento magari a fare pura opera di testimonianza.

E’ chiaro che ogni sistema elettorale che venga escogitato può avere pecche e difetti, ma per ora il rosatellum è quanto di meglio, o se si vuole quanto di meno peggio, è possibile approvare in parlamento. E che ci sia bisogno di una nuova legge elettorale lo ha più volte ricordato il Presidente della Repubblica preoccupato che si possa andare alle elezioni con due sistemi differenti tra Camera e Senato, cioè con le risultanze delle due sentenze della Corte Costituzionale che si sono occupate del porcellum e dell’italicum. A queste giuste preoccupazioni del Capo dello Stato PD,FI,AP, e Lega hanno cercato di dare una risposta, mentre tutti gli altri accomunati nel dissenso, ma divisi nelle convenienze di ciascuno, stanno erigendo barricate prendendo a pretesto anche il voto di fiducia, che il governo ha posto per giungere ad un qualche risultato visti i numerosi emendamenti ed i 120 voti segreti, che già erano stati ipotizzati. La fiducia si è rivelato un mero espediente tecnico per aggirare gli ostacoli frapposti soprattutto dai voti segreti, che , guarda caso, sono invocati proprio da coloro che, incapaci di esprimere aperto e palese dissenso, si rifugiano nel segreto spesso per cercare di perseguire personali e non commendevoli convenienze. Ora la legge dalla Camera passerà al Senato ove , è molto probabile, che si riproponga lo stesso schema anche se il regolamento del Senato, molto più lungimirante, non consente i tanti voti segreti possibili alla Camera. Mi auguro che tutti siano pienamente consapevoli della posta in gioco e che anche i senatori dimostrino di essere classe dirigente a cui sta a cuore il bene dell’Italia.

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