Reinterpretare il patrimonio del passato negli Archivi di Stato

di Donatella Porzi

Un paese diventa interamente democratico quando si realizza la condizione per la quale ciascuno dei suoi cittadini ha la possibilità di conoscere in modo obiettivo gli elementi della propria storia.

Per questo plaudo all’iniziativa del Ministro Franceschini che ha esteso l’apertura gratuita della prima domenica di ogni mese oltre che ai musei, anche agli Archivi di Stato.

L’archivio è un insostituibile elemento di cultura e garante della sopravvivenza della memoria umana, ma esso ha un valore solo se reso fruibile per far sì che i cittadini possano ricostruire il senso di appartenenza alla comunità e alla nazione. Un archivio chiuso ai cittadini è inutile e come inesistente.  La scuola ormai da alcuni anni sta aprendo i propri orizzonti rivolgendosi alle tematiche e alle problematiche della società odierna, utilizzando nuovi percorsi didattici. Alcuni insegnanti hanno iniziato ad avvicinare i propri alunni alle fonti, portandoli in archivio, per fare storia direttamente sui documenti,  attraverso una didattica più efficace ed innovativa.

Per diffondere ulteriormente fra gli studenti la conoscenza e l’uso delle fonti archivistiche e nello stesso tempo per raggiungere gli scopi prefissati dal progetto “Lo Stato siamo noi”, nell’ambito delle mie competenze assessorili, ho inteso promuovere una sezione dal titolo “Lo stato siamo stati noi” insieme all’Archivio di Stato e all’USR dell’Umbria. Il concorso ha visto negli anni la partecipazione di molte scuole di ogni ordine e grado.

Credo che questo debba essere il primo di tanti altri concorsi negli anni futuri, in modo da poter coinvolgere tante altre scuole  così che si mettano in rete i lavori prodotti, rendendoli accessibili a tutti. È fondamentale, infatti, che il nostro patrimonio venga rivissuto e riutilizzato per i bisogni dell’oggi, della società contemporanea, delle nostre comunità e che, quindi, non ci si debba più accontentare del concetto di archivio per sé stesso. Qualsiasi patrimonio del passato deve essere reinterpretato e deve essere rivissuto per diventare uno strumento  proiettato sempre più verso il futuro.

 

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