UN GOVERNO DI MAGGIORANZA SEMPLICE

di Pierluigi Castellani

Il voto di fiducia al Senato per il  Conte 2 assicura all’esecutivo soltanto 156 sì che rappresentano la maggioranza semplice e non quella assoluta per la quale ci sarebbero voluti 161 voti. Questo risultato non è un buon viatico per il governo che deve affrontare sfide molto importanti per il paese. Deve gestire  la pandemia da coronavirus, portare avanti la campagna vaccinale, trasmettere a Bruxelles il recovery plan e poi attuarlo nei tempi stabiliti dall’Europa; c’è poi l’assoluta necessità di ridare speranza ad un paese che si trova nel pieno di una grave crisi sociale ed economica. Per affrontare questi problemi sarebbe necessario  un governo forte, coeso, e che possa contare su una solida maggioranza. Per ora non è così. Lo strappo di Renzi pesa molto sulla stabilità del governo ed una ricucitura con l’ex rottamatore ,al momento, sembra impossibile anche per le rigidità di Nicola Zingaretti, di Luigi Di Maio e di Giuseppe Conte con il quale  Renzi appare portare avanti una contesa, che è sì’ politica , ma che non cerca di nascondere un dato del tutto personale. Conte e le forze della sua alleanza sperano in un cospicuo drappello di responsabili-costruttori e che si formi un’area centrista e socialista per offrire  un aiuto al governo. C’è appena qualche settimana per constatare se questo scenario si realizzerà, altrimenti l’esecutivo navigherà sempre in acque procellose con danno per il paese. Il presidente Mattarella è certamente molto preoccupato, ma finché il governo gode della fiducia delle due Camere ,anche con la maggioranza semplice, non può che prenderne atto. Questo dice la nostra Costituzione e sono velleitari tutti i tentativi dell’opposizione di tirare in ballo il Capo dello Stato. Certamente non è stato bello assistere al corteggiamento nei confronti di alcuni senatori indecisi, ma non può il centrodestra gridare allo scandalo quando nel passato esecutivi a guida Berlusconi si sono avvalsi dell’apporto di alcuni parlamentari transfughi dal centro sinistra . Del resto non si sono visti in questi giorni alcuni leader del centrodestra, soprattutto Matteo Salvini,  auspicare l’incarico da Mattarella per  provare a mettere in piedi un esecutivo di centrodestra quando con l’attuale parlamento questo scenario sarebbe stato possibile solo con l’aiuto di qualche voltagabbana prima schierato con l’attuale maggioranza? Ma allora il parlamentare che cambia partito è un salvatore della patria se veicola verso il centrodestra ed invece è un inqualificabile voltagabbana  se va in soccorso del governo giallo-rosso? Un po’ di elementare coerenza non farebbe male alla politica di casa nostra. Senza poi voler riconoscere che per gli eventuali fuoriusciti da Italia Vita si tratterebbe di un ritorno a casa in piena sintonia con gli elettori che li hanno eletti. La situazione per ora è comunque di stallo. Il paese sta attendendo, ma quanto può durare questa attesa?