Verso una nuova forma di democrazia?

Di Pierluigi Castellani

Lentamente e ,sembrerebbe, inesorabilmente sotto i nostri occhi stiamo assistendo ad un cambiamento della forma della democrazia così come era stata delineata dalla nostra Costituzione. Sembra davvero che si stia  producendo un nuovo e più forte iato tra costituzione legale e costituzione materiale, cioè tra la democrazia così com’è nella Costituzione e la democrazia così come invece viene incarnata nei passaggi politici a cui stiamo assistendo. Innanzi tutto nella nostra Costituzione il Presidente del Consiglio viene nominato dal Presidente della Repubblica e deve avere la fiducia di entrambi i rami del parlamento. Ora invece con Luigi Di Maio, che si sente investito dagli elettori a premier, sembra che la nomina del Capo dello Stato ed il necessario passaggio per la fiducia in parlamento siano noiose e formali incombenze a cui non ci si può sottrarre solo per prassi burocratica.

Così pure sarebbe anche per Matteo Salvini solo che quest’ultimo ,con più intelligenza e duttilità politica, ha capito che se vuole davvero arrivare al governo forse è necessario dimostrare di essere disponibili anche ad un passo indietro. Inoltre quanto è avvenuto per le nomine degli uffici di presidenza di Camera e Senato sta a significare  quanto siano distanti i vincitori delle elezioni del 4 marzo  da una democrazia rispettosa del pluralismo delle forze politiche e del ruolo delle opposizioni. Sia alla Camera che al Senato non è stata riconosciuta la presenza del PD nel collegio dei Questori e nella funzione di segretari d’aula, con l’aggravante che alla Camera dei Deputati ,dove l’ufficio di presidenza è composto di sedici membri, otto se li sono aggiudicati i 5Stelle con la compiacenza della Lega di Salvini e di tutto il centrodestra. Basti pensare che per prassi consolidata un questore veniva sempre assegnato all’opposizione  ed un segretario a ciascuno dei gruppi presenti in parlamento. Ma evidente allora erano altri tempi in cui si aveva un altro concetto di democrazia mentre ora  prevale la prassi che chi vince prende tutto anche se il dato elettorale è solo del 32% come è appunto per i 5Stelle. La sorprendente motivazione, che il movimento di Grillo ha dato, è che in questo modo alla Camera dei Deputati , dove con otto voti, compreso quello del Presidente Fico, possono da soli costituire maggioranza, possono tagliare ( o eliminare ?) i vitalizi degli ex parlamentari quasi questo fosse il primo problema da affrontare nel paese. Ma tutto fa pensare che questo, quello dei vitalizi, sia l’unico punto programmatico che sta a cuore ai 5Stelle. Perchè così ,una volta raggiunto l’obbiettivo di ridurre il costo della politica senza pensare, che si tratta in verità del costo della democrazia,  possono poi tornare, con la compiacenza della Lega di Salvini, al voto per presentarsi agli elettori italiani come coloro che sono riusciti a punire la tanta vituperata casta dimenticando che casta sono anche loro, che senza battere ciglio  e con una palese incoerenza hanno occupato su sedici ben otto poltrone.

Ma tant’è, così va il mondo. Ma ovviamente c’è dell’altro e più pericoloso. C’è che sta prevalendo la convinzione in tanti di superare ed archiviare la democrazia rappresentativa che vede nel parlamento il presidio delle libertà di tutti i cittadini. Del resto Davide Casaleggio ,ispiratore e capo insieme a Di Maio del M5Stelle, ha già ben teorizzato che la democrazia del web è la vera democrazia perché direttamente senza intermediari mette in relazione gli elettori con gli attori della politica. La connessione via internet sarebbe la nuova agorà dove ci si confronta e si prendono le decisioni a maggioranza di click senza il necessario dialogo interfaccia, che metta a confronto in modo positivo le varie opinioni e consenta di fare sintesi. E se poi le decisioni vengono falsate dai pirati di internet, chi garantisce la legalità di queste decisioni ? E quando il rapporto è diretto tra capo e cittadini elettori che fine fa l’autonomia della società civile con la ricchezza delle sue articolazioni e delle sue necessarie intermediazioni ? La verità è che in questo modo, sminuendo il ruolo del parlamento e della rappresentanza dei cosiddetti corpi intermedi, si scivola prima o poi nell’autoritarismo. Del resto lo statuto dei gruppi parlamentari 5Stelle , recentemente approvato ( da chi?), parla chiaro perché il capo politico (Di Maio) nomina i capigruppo parlamentari e designa i rispettivi consigli direttivi. Si può dissentire dalle scelte effettuate , ma con quali rischi ? La posta in gioco è tutta qui. Siamo sicuri che questa nuova concezione di democrazia sia migliore della precedente ? E’ indubbio che delle trasformazioni sono già avvenute sotto i nostri occhi. Si è parlato prima di democrazia del pubblico poi di democrazia diretta e del ruolo del leader, infine di democrazia immediata (quella del click) e di popolocrazia. Ma quando si mortifica il parlamento e non si riconosce il suo ruolo la fine segnata è quella dell’autoritarismo e forse della dittatura. Ci si augura che gli attori politici, che in questi giorni stanno tentando di dar vita ad un governo, non dimentichino questo doveroso avvertimento.

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