Vince la Lega

di Pierluigi Castellani

Vince la Lega, anzi no, vince Salvini. Non c’è dubbio che la neoeletta presidente della Regione Donatella Tesei ha goduto del traino, che l’attivismo in Umbria di Matteo Salvini ha potuto sviluppare. Non c’erano dubbi che il momento vissuto dalla politica umbra e nazionale  avrebbe gonfiato le ali del vento populista e sovranista, che ha investito l’Italia ed altri significativi paesi europei. La rabbia e la generale insoddisfazione creata dalla crisi economica e sociale alimentata dal fuoco delle paure, che Salvini ha abilmente e spregiudicamente sfruttato, difficilmente poteva essere contrastata in un momento in cui l’ Umbria, e non solo, sta vivendo serie difficoltà. Il PD , pur con un  risultato non  disprezzabile,  e nonostante il generoso impegno del civico Bianconi,non è stato in grado di trascinare il centrosinistra e l’alleato 5Stelle oltre quella soglia che avrebbe consentito di competere con il centrodestra a guida leghista.

Certamente l’accelerazione dovuta alle dimissioni dell’ex presidente Catiuscia Marini ha trovato un PD non preparato alla prova elettorale con un’unità ricostruita a fatica anche perché l’emersione al suo interno di un giustizialismo non del tutto motivato ha prodotto ferite non facilmente rimarginabili. Ma il dato di fatto è che ha vinto Salvini con la sua capacità di alimentare paure, di invocare un cambiamento comunque senza prospettare una seria e fondata proposta politica. Ora gli umbri staranno a vedere di che cosa saranno capaci le nuove élite di un centro destra dove la stella di Berlusconi non risplende più e dove FI è diventata , nonostante il suo ancoraggio al PPE, l’ancella di una politica sovranista e chiaramente ostile a quell’idea d’Europa in cui la politica italiana si è fino ad ora riconosciuta. L’Umbria che cosa avrà da guadagnare da un mutamento così repentino? Abbiamo già potuto constatare che amministrazioni locali nate all’insegna del cambiamento purchessia hanno infine deluso e lasciato le istituzioni da loro governate in condizioni peggiori di come le avevano trovate. Queste narrazioni di stampo populiste e con una buona dose di sentimenti pericolosamente antipolitici possono improvvisamente gonfiarsi a dismisura e poi del tutto afflosciarsi o considerevolmente ridimensionarsi. E’ già accaduto e sta avvenendo anche sotto i nostri occhi. Come del resto spiegarsi il crollo improvviso dei 5Stelle anche in Umbria. L’alleanza tra Pd ed il movimento di Grillo, nata in Umbria in modo frettoloso e forse non compresa fino in fondo dai militanti pentastellati, va indubbiamente ripensata e ,se deve proseguire, meglio strutturata. Anche il PD si trova nella nostra regione a dover affrontare questa sconfitta senza una dirigenza legittimata dalla base ed a scontare fughe verso l’esterno di cui al momento non è possibile valutare le conseguenze. Tutta la sinistra del resto deve ripensarsi. Lo scarso successo delle liste di sinistra all’esterno del PD impone che la sinistra, ma anche tutto il centrosinistra, chiarisca quale proposta politica vuole offrire al paese. Non basta aver per il momento messo nell’angolo Salvini a livello nazionale. Occorre costruire un dopo in cui la maggioranza degli elettori possano riconoscersi e per fare questo c’è bisogno di idee solide , programmi coerenti e leadership adeguate. Il lavoro è lungo e faticoso ma ne va del futuro del paese e della qualità della nostra democrazia.