Coronavirus, la sanità pubblica torni allo Stato. Dopo la crisi si aprirà la discussione, i medici favorevoli.

Il primo appello è stato quello dei medici italiani: ” occorre una vera inversione di rotta “. La presa di posizione contro la gestione della sanità da parte delle regioni è chiara e , secondo il sindacato dei medici, è motivata dalle frammentazioni, dai tentennamenti e iniziative contrastanti prese dalle regioni, anche in questa emergenza che l ‘ Italia sta affrontando. ” Le gravi défaillance delle regioni stanno mostrando tutta la fragilità con  una impreparazione totale “, sostengono ancora i medici italiani. Lo stesso Walter Ricciardi, Presidente dell’ Istituto Superiore di Sanità prima di Silvio Brusaferro, nei giorni scorsi ha detto che ” in tempi di epidemia come questo lasciar scegliere le regioni è un pericolo per l ‘ Italia “. Così di fronte alla emergenza, ai contrasti, alle polemiche che talvolta rasentano lo sconcerto, torna di attualità – dopo un lungo silenzio – la discussione di far tornare in capo allo Stato centrale le competenze sulla sanità. Ieri sera è stato il vicesegretario del Pd nazionale Andrea Orlando a tornare sull’ argomento. Dopo la crisi legata al coronavirus, sostiene Orlando ,occorrerà ” cominciare a pensare se sia il caso di far tornare allo Stato competenze come la Sanità “. Sulla proposta si trova d ‘accordo anche il leader politico del M5S, Vito Crimi che , intervistato ad Agorà, auspica a sua volta un ritorno alla competenza statale. Per Orlando , il tema della Sanità dovrà essere toccato “con calma”, dopo la fine dell’emergenza. ” Con 20 regioni che parlano 20 lingue diverse, credo sia necessario riconsiderare l ‘ipotesi della clausola di supremazia prevista dalla riforma del 2016, ovvero di un ritorno delle competenze sanitarie allo Stato centrale “, a drilo è sempre il vicesegretario del Pd Orlando. Quello che sta emergendo prepotentemente in queste ore , troverà una sua priorità nel dibattito politico appena sarà terminata  l ‘emergenza coronavirus.