Lo “schiaffo” di Romizi alla Tesei, niente patrocinio all’Umbria pride. La carta integralista che tenta il sindaco di Perugia

Non si può dire che la decisione della governatrice Tesei di sostenere la manifestazione Umbria Pride sia stata accolta con entusiasmo dagli amministratori del centrodestra. Non c’è nessun comune umbro guidato dal suo stesso schieramento che ha concesso il patrocinio. Ci sono, invece, due no che pesano come un macigno: dopo il no del comune di Terni è arrivato anche quello del comune di Perugia. Un vero e proprio schiaffo quello di Andrea Romizi che prende così le distanze dalla presidente. “Perugia e Terni hanno scelto di sottostare ai diktat del senatore Pillon decidendo di non concedere il patrocinio ad una delle più grandi e partecipate manifestazioni sui diritti e sull’inclusione che si svolgono in Umbria”,  è il commento di Omphalos, l’associazione di riferimento per la comunità lesbica, gay, bisessuale dell’Umbria. E’ lo stesso presidente Stefano Bucaioni ad esprimere “la delusione e amarezza per il comportamento del sindaco Romizi e della giunta di Perugia”. A pensare che in altre circostanze, in occasioni di eventi organizzati dalla stessa associazione, Palazzo dei Priori aveva concesso il patrocinio. “Il sindaco e la giunta – afferma ancora il presidente i Omphalos – si sono lasciati piegare dai diktat e dalle minacce di Pillon , che non riesce a dettare la linea politica in Regione, ma a quanto pare ci riesce benissimo al comune di Perugia”. Si delinea dunque uno scenario che contrapporrà nei prossimi mesi due modelli all’interno del centrodestra dell’Umbria: il primo guidato dalla Tesei più laico e attento ai diritti di tutti; il secondo rappresentato dal sindaco di Perugia e dalla Lega più integralista e meno inclusivo. Con un’ulteriore incognita: alla possibile scomposizione del quadro politico si sommerebbe quella istituzionale. Si tratta di uno sfondo in rapida evoluzione, del quale non tutti sembrano ancora consapevoli. Il no di Romizi – dopo quello di Latini e degli altri sindaci – è destinato a provocare un vero e proprio terremoto di cui è difficile prevedere tutte le conseguenze. Una è ormai certa: il baricentro del centrodestra si sposta verso posizioni più radicali. Ultima considerazione: Romizi ha iniziato la corsa verso le regionali del 2024.