Rogo Umbria Olii, non c’è pace per le famiglie dei morti: la proprietà vuole 35 milioni di euro per i danni causati dall’esplosione

“Dopo diciotto anni non c’è ancora pace per le famiglie dei lavoratori uccisi alla Umbria Olii di Campello sul Clitunno, in una delle più drammatiche tragedie sul lavoro della storia recente della nostra regione e del nostro Paese. Continuare a insistere, come fa la proprietà dell’azienda, nella surreale richiesta di un risarcimento da oltre 35 milioni di euro alle famiglie, alle vedove, agli orfani dei quattro lavoratori uccisi è qualcosa che dopo tutti questi anni, e dopo una sentenza definitiva per omicidio colposo, fa ancora più male”. Lo scrivono Maria Rita Paggio e Simone Pampanelli, della segreteria generale della Cgil dell’Umbria e di Perugia. La vicenda nasce dalla richiesta della proprietà di Umbria Olii di 35 milioni di euro di risarcimento per i danni causati dall’esplosione del 25 novembre 2006. Nel rogo di Campello sul Clitunno persero la vita Giuseppe Coletti, Tullio Mottini, Vladimir Todhe e Maurizio Manili. L’unico superstite è stato Klaudio Demiri, che allora aveva appena 18 anni. “Ci rivolgiamo prima di tutto proprio ai familiari delle quattro vittime, così come all’unico superstite di quella tragedia per esprimere, ancora una volta la nostra vicinanza, immaginando quello che si può provare nel vedersi nuovamente costretti a difendersi, pur essendo le vittime, aggiungono Paggio e Pampanelli. ” Parliamo di donne che hanno perso i propri mariti e fratelli – affermano i due rappresentanti della Cgil – di figli cresciuti senza un padre e di un lavoratore che ha visto con i propri occhi i suoi compagni cadere. L’Umbria purtroppo è la regione record in quanto a morti sul lavoro, servirebbe davvero un pò di rispetto e di dignità in più”. La richiesta dei proprietari dell’Umbria Olii ai familiari delle vittime non è nuova. In primo e secondo grado, infatti, fu respinta dai giudici. Ora ci riprovano davanti alla Cassazione alla quale spetterà l’ultima parola. Questa volta l’ultima davvero.