Tracciare, sequenziare e vaccinare: come limitare la variante Delta. Timori in Umbria per i non vaccinati

Tracciare, sequenziare e vaccinare per limitare il più possibile la diffusione della variante Delta. Proprio per stare al passo nella caccia alle varianti,  l’Istituto superiore di sanità ha annunciato che da settembre sarà attiva la rete italiana per il sequenziamento, un’unica piattaforma pubblica per la sorveglianza epidemiologica e il sequenziamento dei ceppi virali circolanti che dovrà coordinare il lavoro dei laboratori di microbiologia di riferimento regionali. Chi è vaccinato con due dosi è piuttosto protetto. Preoccupano soprattutto gli over 60 che ancora non si sono immunizzati. Se la Delta si diffondesse, il numero dei morti potrebbe essere elevato. Siamo col fiato sospeso.  In Umbria tra quarantenni e cinquantenni oltre 100 mila persone sono in attesa della prima dose di vaccino mentre sono poco meno di 30 mila gli ultra sessantenni che ancora non sono stati vaccinati. Un numero assai preoccupante anche perché tra questi ci sono ancora circa 8 mila settantenni e quasi duemila ottantenni. Per questo gli esperti insistono sulla necessità di vaccinare in fretta gli anziani che ancora mancano all’appello perché se il ceppo si diffonde rischiamo molti decessi. Così come è cruciale l’analisi genomica per mappare e limitare le mutazioni. Proprio sul versante delle analisi genomiche si registrano ancora delle carenze. La soglia minima di sequenziamenti richiesti dal Centro europeo per la prevenzione e controllo è del 5%, soglia che la stessa agenzia di monitoraggio europea caldeggia possa salire fino al 10%. Purtroppo le regioni italiane sono in forte ritardo. Nell’ ultimo mese la percentuale più alta si è registrata in Abruzzo e Sardegna, con tantissime regioni fanalino di coda,  sotto l’ 1%. Anche l’ Umbria deve accelerare perché la varante Delta, oltre ad essere già presente sia pure per il momento limitata,  registra un indice di trasmissibilità sei volte superiore alla media, e raddoppia il rischio di ospedalizzazione  rispetto alla mutazione inglese. Infatti i casi di variante Delta (ex indiana) stanno spuntando in Italia a macchia di leopardo e preoccupano per la velocità con cui stanno sostituendo la variante Alpha (ex inglese). Tanto da far dire agli esperti che ” questa variante soppianterà quella inglese”.