Ospedale di Terni, un convegno sulle malattie croniche dell’intestino

TERNI – All’Ospedale S. Maria di Terni si parla di Malattie Infiammatorie  Croniche Intestinali (MICI) che comprendono  il morbo di Crohn  e la rettocolite ulcerosa. Il convegno, aperto a tutti, si terrà alle ore 9 nella sala conferenze dell’Ospedale. L’incontro è stato organizzato dalle strutture  di  Epatologia e Gastroenterologia e di Endoscopia Digestiva dell’Azienda ospedaliera di Terni, dirette rispettivamente dai dottori Mariano Quartini e Anselmo Della Spoletina, in collaborazione con l’associazione  A.M.I.C.I.Onlus (Associazione Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali). In Italia sono circa 200.000 le persone affette da queste patologie caratterizzate da un’infiammazione della mucosa e della parete dell’intestino le cui cause restano ancora sconosciute. Mentre l’incidenza (calcolata come numero di nuovi casi ogni anno per numero di abitanti) della colite ulcerosa pare stabile, quella del morbo di Crohn sembra in continuo aumento nei paesi ad alto sviluppo. Si stima che negli  ultimi 10 anni le nuove diagnosi e il numero di malati siano aumentati di quasi 20 volte. Un aumento importante, anche se  in parte  può essere dovuto ad una maggiore conoscenza della malattia e a più evolute tecniche diagnostiche. Le malattie infiammatorie intestinali colpiscono con la stessa frequenza i due sessi, con un esordio clinico in età giovanile, prevalentemente fra i 20 e i 30 anni, ma negli ultimi anni è stato osservato uno spostamento dell’esordio in età pediatrica (bambini e adolescenti). Considerate come “malattie del benessere”, pare siano più frequenti nei paesi occidentali e sono rare se non assenti nei paesi in via di sviluppo. Complessivamente almeno il 20% dei pazienti affetti da retocolite ulcerosae e morbo di Crohn può sviluppare manifestazioni e complicanze extraintestinali che riguardano più frequentemente le articolazioni, la cute, il fegato e gli occhi. La terapia dipende dal grado di infiammazione, dall’estensione di malattia e dalla presenza di complicanze e manifestazioni extraintestinali.  L’utilizzo di farmaci biologici, oltre alla mesalazina, agli immunosoppressori o immunomodulatori, riveste un ruolo fondamentale ed  ha determinato negli ultimi dieci anni una svolta nella prognosi e nella gestione delle MICI.

Ospedale di Terni

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