Confartigianato Imprese Perugia, incomprensibile ipotesi chiusura attività barbieri e parrucchieri nelle zone rosse

PERUGIA – La Confartigianato Imprese Perugia giudica positivamente la forte presa di posizione della Confederazione per questa “incomprensibile” ipotesi di chiudere le attività di barbieri e parrucchieri nelle zone rosse, secondo le anticipazioni sulla bozza del prossimo Dpcm che entrerà in vigore il prossimo 6 marzo con scadenza il 6 aprile.
“Si tratterebbe – sottolinea Stelvio Gauzzi – Segretario di Confartigianato Imprese Perugia – così come anticipato dalla Federazione Nazionale – di un provvedimento ingiustificato nei confronti delle imprese di acconciatura che in questi mesi hanno applicato con la massima diligenza le linee guida dettate dalle autorità sanitarie e dal Governo, intensificando le già rigide misure previste dal settore sul piano igienico-sanitario, e si sono riorganizzate per garantire la massima tutela della salute degli imprenditori, dei loro collaboratori e dei clienti.
La sospensione delle nostre attività – continua Gauzzi – svolte in completa sicurezza, finirà per innescare l’impennata dell’offerta di prestazioni da parte di operatori abusivi che rappresentano il vero pericolo per la salute dei cittadini, oltre che danneggiare ulteriormente sul piano economico le aziende in regola. Senza considerare che, a fronte di ulteriori misure restrittive, gli imprenditori non possono attualmente contare su alcuna certezza per quanto riguarda gli interventi di ristoro”.
A questo proposito, Confartigianato fa rilevare che, nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020, per l’effetto combinato di mancati ricavi a causa della chiusura e della concorrenza dell’abusivismo, le imprese di acconciatura e di estetica hanno registrato una perdita economica pari al 18,1% del fatturato annuo.
“Chiediamo pertanto al Governo – conclude il Segretario Gauzzi – di riconsiderare le misure restrittive riguardanti le attività di acconciatura, consentendone lo svolgimento anche nelle zone rosse, a tutela della salute dei cittadini e dell’economia del settore.