Ludopatia, in Umbria sale da gioco in calo del 7,9 per cento. Diecimila umbri nella rete. Barberini: “Le azioni della Regione danno risultati”

Le azioni messe in campo dalla Regione Umbria per la prevenzione e il contrasto del gioco d’azzardo patologico stanno dando i primi risultati: in dieci mesi sono calate del 7,9 per cento gli esercizi commerciali autorizzati a detenere apparecchi per il gioco e sono state numerose le persone che si sono rivolte al numero verde regionale per chiedere aiuto. Lo rende noto l’assessore regionale alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, secondo quanto emerso dal monitoraggio annuale effettuato per verificare l’applicazione e l’impatto delle misure previste dalla legge regionale n. 21/2014 contro la ludopatia.

Tra le principali iniziative realizzate, tra il 2016 e il primo trimestre 2017, per la prevenzione e il contrasto della dipendenza da gioco d’azzardo patologico ci sono un numero verde regionale per ascolto e consulenza, riorganizzazione dei servizi sanitari per la presa in carico di giocatori patologici e loro familiari, formazione di operatori e volontari, attività di promozione della salute nelle scuole, corsi di formazione obbligatori per addetti ai locali da gioco, avvio di una campagna di comunicazione per la sensibilizzazione dei cittadini, un marchio “No Slot” per esercizi commerciali liberi da apparecchi per il gioco.

“Il numero verde (800.410.902) – evidenzia Barberini – è stato attivato nel marzo 2016, come servizio associato al Centro di riferimento regionale per il trattamento della dipendenza da gioco d’azzardo problematico, istituito nel 2014 presso il Dipartimento dipendenze della Usl Umbria 2 a Foligno. In un anno sono state 89 le chiamate effettuate, di cui 50 direttamente dal giocatore, 37 da familiari o amici e 2 da associazioni. Dei 50 giocatori che hanno chiamato 35 sono maschi e 15 femmine, 22 sono umbri, 26 di fuori regione e 2 non qualificati. La maggior parte hanno tra 40 e 49 anni, seguono giovani fra 20 e 39 anni e persone fra 50 e 60 anni. Dati che dimostrano come la ludopatia sia un fenomeno diffuso e trasversale. Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio regionale sulle dipendenze, si stima infatti che in Umbria siano circa 10mila le persone con profilo di gioco problematico: il 5,6 per cento della popolazione fra i 15 e i 74 anni. Un dato in linea con la media nazionale, che nel 2015 ha visto gli umbri spendere circa 1.029 milioni di euro nei giochi autorizzati dai Monopoli”.

LucaBarberini“Un altro elemento significativo – continua l’assessore – riguarda proprio gli esercizi commerciali umbri autorizzati a detenere apparecchi per il gioco d’azzardo lecito, diminuiti del 7,9 per cento in dieci mesi: mentre a maggio 2016 erano 1.397 (1.054 nella provincia di Perugia e 393 in quella di Terni), a marzo 2017 ne risultavano 1.286, con una diminuzione di 111 unità su tutto il territorio regionale. Non è possibile dire, con certezza, che cosa abbia determinato questo cambiamento ma è evidente che dopo le misure introdotte contro la ludopatia è aumentato, in tutta la comunità regionale, il livello di attenzione verso questo fenomeno”.

Per quanto riguarda l’attività condotta dal Centro di riferimento regionale aperto a Foligno, Barberini evidenzia che “il modello clinico e organizzativo per il trattamento della ludopatia sperimentato dal 2014 è stato valutato positivamente e verrà applicato nel resto della regione, con una rete di servizi integrata che garantisca un approccio multidisciplinare e omogeneo. Tutto questo mentre in entrambe le Usl sono già stati attivati punti per l’accoglienza e la presa in carico dei giocatori patologici e delle loro famiglie, in quasi tutti i distretti sanitari del territorio regionale”.

L’assessore spiega anche che “per promuovere la strutturazione di un sistema d’intervento sociosanitario fortemente integrato e partecipato contro i rischi del gioco d’azzardo patologico, sono stati realizzati numerosi corsi di formazione rivolti a operatori sanitari e sociali e a volontari di associazioni impegnate contro il gioco d’azzardo, con il coinvolgimento di oltre cento persone. Corsi di formazione obbligatoria sono stati rivolti anche a gestori e personale delle sale da gioco con il trattamento di temi legati alle cause e agli effetti del gioco d’azzardo”.

No Slot
Il marchio No Slot

Per quanto riguarda la prevenzione, Barberini sottolinea che “è stata attivata una campagna di comunicazione regionale, per sensibilizzare i cittadini sui rischi legati al gioco d’azzardo e prevenire la ludopatia, iniziata il 3 marzo scorso con una prima fase svolta on line, sottoforma di concorso di idee, a cui ne seguirà una seconda, più diffusa, da promuovere attraverso media tradizionali e canali innovativi utilizzando i prodotti scaturiti dal primo step. Contestualmente è stato creato un marchio ‘No Slot’, destinato agli esercizi commerciali che disinstallano o s’impegnano a non installare apparecchi per il gioco”.

“Particolare attenzione – conclude l’assessore – è stata rivolta ai giovani, con attività di promozione della salute svolte nelle scuole attraverso programmi di formazione specifica sul tema delle dipendenze, rivolti a studenti, docenti e operatori socio-sanitari, con una partecipazione di 721 persone nell’anno scolastico 2016/2017”.

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