Perugia, la polizia smaschera il “branco” che picchiava e derubava i coetanei: sette indagati. Il questore: “Fenomeno figlio del disagio giovanile”
PERUGIA – Per la polizia era una “pericolosa banda di minorenni”, dedita a rapine ai danni di loro coetanei, quella identificata a Perugia al termine di una complessa e delicata attività d’indagine, che si è conclusa ieri ed ha riguardato episodi avvenuti nell’arco di un mese, a Perugia città e nella sua immediata periferia, suscitando – sottolinea oggi la questura – grande preoccupazione nelle famiglie e tra i coetanei dei protagonisti. Dalle indagini della squadra mobile, coordinate dalla procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni, è emerso che il gruppo di ragazzi intimidiva i coetanei ritenuti più miti e pacifici, li accerchiava e, dopo averli spintonati e percossi, si faceva consegnare il denaro.
Tra i componenti del gruppo, alcuni – spiega la polizia – hanno precedenti per fatti analoghi. In più di un caso, le vittime delle rapine sono state prese in disparte e malmenate: in una occasione, per minacciare è stato usato un coltello. L’attività investigativa è risultata difficoltosa anche a causa di una iniziale reticenza a riferire i fatti da parte delle giovani vittime e dei loro famigliari, timorosi di possibili ritorsioni. Nonostante le difficoltà, sulla base della dettaglia informativa della polizia, l’autorità giudiziaria ha disposto per 6 minori la misura cautelare di collocamento in alcune comunità di varie province italiane, mentre per un settimo ragazzo è stata disposta la misura della permanenza in casa.
Secondo il questore di Perugia, Francesco Messina, “non sono un fenomeno preoccupante ma figlio dei tempi legato a situazioni di disagio giovanile” gli episodi, rapine ai danni di loro coetanei, per i quali è stata eseguita la misura cautelare del collocamento in comunità a carico di sei minorenni.
“L’intervento della polizia – ha spiegato il questore – tiene conto della possibilità di recupero e il provvedimento adottato nei confronti dei minorenni vuole favorire il processo educativo poiché non si tratta di giovani irrecuperabili”.
Per Messina “le modalità delle rapine erano piuttosto violente e hanno determinato allarme sociale”. “Il gruppo – ha aggiunto – agiva in branco. Le famiglie si sono mostrate collaborative con la polizia. Da parte delle vittime c’è stata invece un’iniziale ritrosia per la paura di trovarsi in situazioni poco piacevoli”.