Tensioni alla Nestlé prima dell’incontro al Ministero dello Sviluppo economico previsto tra una settimana

PERUGIA – Tra una settimana precisa, al Ministero dello Sviluppo economico si terrà un incontro sulla vertenza Nestlé per trovare una via di uscita ai 364 esuberi dichiarati dall’azienda. Per la cronaca, dal 26 gennaio scorso Nestlè e sindacati non hanno avuto contatti, a parte il tavolo nazionale del 5 febbraio a Milano, da cui però non è emerso nulla di rilevante. Quello che si sta vivendo questi giorni nella sede di San Sisto, è una forte tensione e nervosismo. L’accusa a Nestlè è che stia andando dritta al suo obiettivo cercando di dividere i lavoratori.

L’azienda, nei giorni scorsi, ha avviato una ricognizione, resa nota anche ai sindacati, per chiedere la disponibilità ad aderire alle forme contrattuale prospettate durante l’ultimo incontro al Mise: 150 part time verticali (metà orario ma concentrato nella parte dell’anno di massima produzione), più altri tipi di part time come quello al 75 per cento. Insomma, quello che si passa sotto la voce “ricollocazioni interne”. Nel frattempo, sarebbero già arrivate diverse adesioni, specie da parte di quei lavoratori che già oggi fanno orari ridotti (però coperti dalla cassa integrazione). E con queste manovre l’azienda pensa di chiudere la partita senza neanche richiedere la proroga della cassa integrazione oltre il 30 giugno.

La pensano diversamente i sindacati,  che chiedono con forza l’estensione della cassa integrazione straordinaria. Grazie alle mobilitazioni si è ottenuta questa chance per le aziende strategiche. Il problema, però, è che deve essere Nestlè a chiederla. «Non ci danno risposte chiare – spiega Michele Greco della Flai Cgil – e invece su questo noi abbiamo avuto un mandato chiarissimo dai lavoratori in assemblea. È importante perché dà più tempo a tutti per uscire in modo sereno da questa impasse: ai lavoratori che hanno modo di valutare quale scelta fare per il proprio futuro, all’azienda di riconquistare un clima sereno e spiegare meglio le opportunità e anche a noi per valutare le strategie della multinazionale sul cioccolato perché, ad oggi, sono tutt’altro che chiare». I sindacati si aspettano, nel frattempo, che anche dalle istituzioni – quelle locali ma soprattutto il governo – aumenti la pressione su Nestlè perché almeno su questo punto possa fare concessioni.

Intanto, si è aperto un altro, quello relativo alle internalizzazioni dei servizi. La Servizi associati, che svolge i servizi di facchinaggio e pulizie a San Sisto, ha dato disponibilità a ricollocare circa 50 lavoratori Nestlè. Ma i sindacati si sono opposti , sostenendo di essere pronti per una trattativa trasparente, a difesa di ogni singolo posto di lavoro.

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