ASSISI, PIAZZA DEL COMUNE: NUOVO SALOTTO CULTURALE

Franca Del Monte/Non per farne un utilizzo forzato in tempi di facili celebrazioni, ma alcune date storiche dovrebbero avere lo stesso valore che il compleanno di un figlio ha per la madre. Il 18 giugno 1939 Papa Pio XII proclamò San Francesco d’Assisi Patrono Principale d’Italia, definendolo “Il più Italiano dei Santi, il più Santo degli Italiani”.“…..”Dichiariamo da questo momento e costituiamo in perpetuo San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena Patroni Primari d’Italia.”

Dato a Roma, presso San Pietro, sotto l’anello del Pescatore, il 18 giugno dell’anno MCMXXXIX, primo del Nostro Pontificato.” Da Assisi giunge notizia di un prossimo evento estivo“Festival della Felicità”, ospitato per vie e piazze della città. Accanto alla felice scelta della rassicurante denominazione, va segnalata fin d’ora la novità dell’evento, foriero di successo nel tempo. Si tornerà ad esecuzioni musicali di alto livello dal Tempio di Minerva, per far così divenire Piazza del Comune un “salotto culturale”. E proprio nel 1939, 76 anni fa, in occasione della prima celebrazione della Festa di San Francesco Patrono d’Italia, dal Tempio di Minerva venne eseguito il celebre Cantico delle Creature, composto e diretto da Padre Domenico Stella, minore conventuale, uno dei più illustri musicisti del tempo. In un tormentato momento storico, con il rombo dei cannoni su vari fronti di guerra, la piccola Assisi, nella sua piazza, dal suo Tempio, la cui contemplazione suscitò in Goethe emozioni ineffabili ”…a malincuore mi strappai a quella vista”, ascolta, quasi in raccoglimento, le lodi e benedizioni del Cantico. Piazza del comune: baricentro della città medievale, simbolo di forza, coesione, potere. Era il secondo appuntamento con le note del Cantico di padre Stella. La prima volta venne eseguito sempre in piazza del Comune, Tempio di Minerva, domenica 12 settembre 1926. Quell'inno di fede e devozione avvolse la piazza per giungere alla Volta Pinta, ove era stato allestito il palco d'onore per il Re Vittorio Emanuele III, amico del podestà Fortini. E quando quel canto tacque, si udì il primo suono profondo della grande Campana delle Laudi, issata in quel giorno dal popolo di Assisi a simboleggiare, con il suo bronzo offerto da tutti i comuni d’Italia, l’anelito alla pace e all’armonia. L’odierno auspicio è che quella campana, pesante macchina di suoni che lancia un acuto tenorile gradualmente, ma decisamente, torni ad essere la colonna sonora del nuovo, antico, salotto culturale di Assisi. Arnaldo Fortini, il Podestà, l’uomo sintesi del potere civile e religioso, inventore di quel “modello Assisi” che ancora non ha trovato altrettanto validi sostituti, dal suo studio di via Portica, saliva verso la Rocca, attraversando la piazza, sempre fiancheggiando il Tempio di Minerva, quasi ad accarezzarlo, ogni sera, al tramonto. A Lui, finalmente, un omaggio gradito: che le note del suo inno, il Coprifoco, continuino ad innalzarsi dal Palazzo Comunale, mentre, dalla Minerva, un popolo di cantori elevi note soavi. Da quelle bianche colonne intorno alle quali, oggi, eteree fanciulle nipponiche, dai larghi cappelli, si attorcigliano per una foto, abbracciandone, ignare, i millenni, si diffondano larghe melodie. Poco importa qualche imperfezione nell’acustica:dai gradini di quel Tempio la musica intimi il silenzio nella Piazza.

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