ASTE & RISCHI GALILEO, TERNION, PERUGIA 2019

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / Forse al drone che percorrerà placido e silenzioso le acque del Trasimeno poteva essere dato un nome meno impegnativo. Il natante a navigazione autonoma avrà anche compiti di grande rilevanza nel monitoraggio ambientale dello specchio d’acqua vanto dell’Umbria, ma perché scomodare Galileo Galilei per un impegno che di scientifico e di tecnologico ha molto, non c’è dubbio, pur rientrando ragionevolmente nella media delle possibilità di intervento di tutela dell’ambiente che sono compatibili con l’attuale livello di coscienza e di conoscenza? L’ accento, magari, andava posto sulla realizzazione del gioiello tecnologico, che è tutta umbra, tutta ternana: la Siralab Robotics di Terni lo ha progettato e messo in acqua per conto dei finanziatori (Arpa e Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia) al termine di una collaborazione non estrinseca con il Dipartimento di Ingegneria Elettronica dell’Università di Perugia, dal quale la società è nata per filiazione: “Siralab Robotics” è scritto infatti nel sito “è una società che opera nel settore della robotica con particolare riferimento alle tecnologie unmanned.

Nasce nel 2007 come spin off accademico del Dipartimento di Ingegneria Elettronica e dell'Informazione dell'Università di Perugia ed è composta da ex ricercatori universitari e progettisti senior con expertise tecniche ed esperienza industriale”. Chiarito che “unmanned” significa proprio, nel linguaggio aerospaziale, “senza equipaggio, senza pilota” e che “spin off”, in dritto societario, è una società di capitali sorta dall'idea di dare una ricaduta aziendale e produttiva ad un'idea nata dal contesto della ricerca tecnologica universitaria, c'è da chiedersi perché il processo virtuoso, in termini di ideazione e realizzazione del drone, sia passato del tutto in secondo piano, come sullo sfondo, nonostante le precisazioni intervenute da Terni per bocca dell'assessore all'ambiente del Comune di Terni, Giachetti, è rimasto il fatto che il natante a pilotaggio remoto dovrebbe compiere qualche missione anche sulle acque del Lago di Piediluco, oltre che, come annunciato subito dall'assessore regionale Rometti, negli invasi di Montedoglio e di Corbara.

Non si sente, Terni, un po' usurpata quando si dà il nome di “Galileo” a un'opera della robotica che viene presentata a Castiglione del Lago dopo essere stata inventata a Terni e la cui navigazione sul Lago di Piediluco non sembra ancora all'ordine del giorno? In fin dei conti, è pur sempre stato lo scienziato Federico Cesi, gloria di Cesi e di Acquasparta, ad avere strettissimi contatti con Galileo, che associò all'Accademia dei Lincei e protesse nello scontro dello scienziato pisano con le autorità ecclesiastiche. Che almeno ci si ricordi, quando il drone veleggerà sul Trasimeno, che il genio del quale porta il nome ebbe proprio da Federico Cesi il termine di “telescopio” per il rivoluzionario strumento messo a punto. Oggi, con tutto il rispetto, siamo ad altrettanti livelli di innovazione con il drone tutto umbro?

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Giacché siamo a Terni, mi piace soffermarmi in città per alcune considerazioni sul successo che ha avuto “TerniOn”. È passata una settimana e possiamo già andare oltre il legittimo senso di euforia e soddisfazione che l'amministrazione comunale ha condiviso con la società che ha organizzato l'intera manifestazione. D'altra parte, sia l'assessore Daniela Tedeschi che Fabrizio Fabi, responsabile della società Eventi Srl, hanno precisato, ognuno nel proprio ruolo, che la svolta avuta da “TerniOn” soprattutto in questa edizione non può non impegnare la città di Terni a conquistarsi un ruolo di maggiore presenza rispetto al passato nel campo dello spettacolo dal vivo. E hanno entrambi le idee chiare. La Tedeschi: “Il successo raggiunto, dimostra che quella del bando è stata una buona intuizione. Spetterà alla giunta, nei prossimi giorni, valutare il futuro. Ci sarà una procedura ad evidenza pubblica e un nuovo bando. L’obiettivo però deve essere quello di ripartire dai livelli raggiunti, inclusa la presenza di almeno un artista di fama internazionale. Non certo da ‘zero’ perché sarebbe un peccato sprecare quanto di buono costruito finora”. E Fabi: “C’è un percorso partito tre anni fa e approdato ai livelli che tutti ci riconoscono. Sono stati tre anni di duro lavoro e ovviamente il nostro auspicio è di proseguire, perché le idee per crescere ancora non mancano”, come, pare di capire, una migliore organizzazione della logistica e il coinvolgimento in “TerniOn” di Piazza del Duomo per un minifestival di musica classica e lirica.

Daniela Tedeschi è assessore comunale al commercio e al marketing urbano. Ci si sarebbe aspettato che a gestire “TerniOn” potesse avere qualche titolo anche l'assessorato alla cultura. Ma forse è giusto così: Terni è nelle condizioni per poter insegnare a tutta l'Umbria che almeno una parte di ciò che si intende per cultura – lo spettacolo dal vivo, magari, non le mostre o i convegni – può essere materia di marketing urbano tout court, senza le ubbìe dei rapporti fra eventi di oggi, un po' invadenti ma redditizi, e centri storici, un po' invasi e brontoloni, che spesso molti altri Comuni si portano dietro. Se, poi, Terni non sta insegnando niente altro che una prassi già in uso in Umbria, con “TerniOn” ha il grande merito di rendere esplicita una linea di tendenza che fa parte del prossimo futuro.

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Lasciando Terni, guardo a Perugia con occhio indagatore. Anche nel capoluogo di Regione, con la nuova amministrazione, abbiamo assistito a un'estate di spettacoli – sub specie della cultura – disseminata nei rioni e non più avocata nel salotto di Piazza IV Novembre. I risultati, vuoi anche perché i nuovi Priori si sono visti catapultare alla guida di Perugia senza crederci tanto nemmeno loro, sono stati modesti. Forse, come fa capire Terni, è questa la strada, anche a Perugia, ma ci vuole tempo e la capacità di fare le scelte giuste nella confezione dei programmi. Non si può improvvisare, come del resto è accaduto anche nella recente “Notte verde”, riuscita senz'altro, ma priva di connotati di novità all'altezza della scena perugina.

Molti di noi continuano a credere – dopo avere visto il progetto finale di candidatura – che proprio le intelligenze messe in campo per “Perugia 2019” potranno aiutare il capoluogo umbro in questa fase di transizione, quale che sia l'esito della candidatura.

È certo, però, che quel progetto di candidatura risente moltissimo della centralità di Perugia e che non è riuscito a fare tesoro delle possibilità creatrici disseminate nei piccoli e grandi Comuni dell'Umbria, anche, in questo caso, in materia di produzione dello spettacolo dal vivo e del suo incastonamento nei centri storici della Regione. Se, infatti, si fosse guardato in quanto ha messo a frutto anche Terni nell'ultimo triennio con “TerniOn”, alcune linee progettuali per “Perugia 2019” sarebbero sorte in maniera più integrata col marketing urbano e sarebbero state meno soggette all'ipoteca culturale costituita dalla presenza forte del passato, storico e urbanistico. Ma, per fare questo, Terni – Comune e Provincia - non avrebbe dovuto essere cooptata quasi d'ufficio nell'organigramma della Fondazione?

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