Dis…corsivo. “Mattòli si nasce”. E si muore

NOSTRADAMUS di Maurizio Terzetti / TG regionale dell’Umbria di ieri sera. Servizio su Totò che, portato a Bevagna dal regista Mario Mattòli, stringe una grande amicizia col calzolaio del paese. Un tuffo al cuore: prima di tutto per sentire parlare in via del tutto eccezionale di Mattòli, poi per non avere sentito minimamente menzionare che a Mattòli, dal 2008 al 2010, a Bevagna, paese di origine della famiglia del regista, dopo anni di dimenticanza, è stata organizzata la rassegna culturale “Mattòli si nasce”, durante la quale è stato ricordato il regista con conferenze e proiezioni dei suoi film più famosi. Contestualmente, nel 2009 e nel 2010, è stato indetto il “Premio Mattòli per la commedia all’italiana”, consegnato, la prima volta, a Massimo Ghini, la seconda volta a Lando Buzzanca.

Può un servizio-marchetta, palesemente privo di agganci con questa storia, onorare la prima serata del TG regionale?

Di chi è la colpa? Del giornalista Rai che non ha pensato di inquadrare Mattòli nella sua città, ma solo di fare l’ennesima guittata nel nome di Totò? Della Pro Loco, che dovrebbe essere stata l’ispiratrice della notizia di Totò a Bevagna, stando all’unico personaggio intervistato durante il servizio? E la città di Bevagna attraverso il Comune, organizzatore degli eventi di qualche anno fa, non protesta per questa riduzione a macchietta di una presenza, quella di Mattòli, ben più radicata e significativa di quella di Totò?

Mattòli, purtroppo, ci fa sempre la solita figura del regista al servizio del principe della comicità, quando in tre anni di lavoro, insieme con critici ed esperti, qualche cosa di diverso sulla statura effettiva di Mattòli credevamo di averla data.

Credevamo, perché io ero tra coloro che hanno dato vita a quella kermesse su Mattòli e che si sono impegnati a fondo per onorare la sua memoria e per rilanciarne la figura sul futuro della commedia all’italiana.

Tutto finito, tutto cancellato, stando al servizio mandato in onda dal nostro TG regionale. E’ vero, le iniziative per Mattòli si sono fermate al 2010, dal 2011 in poi non c’è stato più spazio per pensare alla grande il cinema di ieri e per tentare di fare di Bevagna un punto, specialmente estivo, di grande vivacità spettacolare nel nome della commedia all’italiana, una calda arena nella quale far confluire le tante persone che amano questo genere di film, nelle sue varie evoluzioni.

Devo dare atto che l’attuale sindaca di Bevagna dei tentativi di rianimare il “Mattòli si nasce” li ha fatti, due anni fa. Non è colpa sua se la cosa si è arenata ancora. Però adesso bisogna reagire, protestare, reclamare contro l’uso commerciale delle nostre bellissime città, da Don Matteo a Totò.

“Mattòli si nasce”, parafrasando il titolo di una pellicola famosa del nostro regista come “Signori si nasce”, voleva scommettere sull’immortalità cinematografica di quel garbato signore dell’estro comico nazionale che è stato l’” avvocato” Mattòli e, se oggi riuscissimo a ricominciare quanto abbiamo iniziato anni fa, lo rifaremmo senz’altro alla stessa maniera, portando in primo piano Mattòli e non Totò, com’è giusto fare senza deprimere (e chi mai potrebbe farlo?) il genio di Totò.

Ma tutto questo alla Rai regionale dell’Umbria non lo sanno. Per loro, tutt’al più, a un “Mattòli che è nato” deve corrispondere un “Mattòli che è morto”, e ieri sera Mattòli l’hanno veramente fatto morire.

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