I terroristi hanno già colto nel segno: la paura si è sparsa in tutta Europa. E ci hanno costretti a modificare le abitudini e i ritmi della nostra vita quotidiana.

Prenotazioni alberghiere rinunciate, ristoranti meno affollati, cinema quasi disertati, perfino piazza SanPietro con poche centinaia di persone. E l’elenco delle ‘’rinunce’’ potrebbe continuare a lungo. Tantissimi i segnali che i terroristi, applicando l’etimo del loro essere, hanno colto nel segno: hanno, cioè, sparso il terrore. Molti genitori, intervistati dalle Tv , hanno confessato che allo stadio o nelle sale da ballo i figli non ce li manderanno più. L’ ‘’effetto Parigi’’ va ben oltre i 130 morti: oggi, più di ieri, l’Italia e l’Europa, hanno paura. Diffidano, sospettano, moltiplicano sentimenti che scivolano verso l’ostilità nei confronti di chiunque abbia le sembianze di un islamico. I fischi e gli inni rivolti ad Allah dalle migliaia di spettatori dello stadio di Istanbul hanno dilatato apprensioni e malevoli commenti. E cinquemila colpi sparati per stanare i terroristi di St Denis hanno confermato che la rete di quel terrorismo è radicata e in espansione perché è apparso ancora più chiaro che attorno al manipolo dei ‘’pazzi di Dio’’ uccisi e arrestati fra la Francia e il Belgio c i sono migliaia di fanatici disposti perfino a farsi saltare in aria pur di affermare la tragica supremazia delle loro convinzioni.

Di fronte ad evidenze sempre più marcate la ‘’guerra ai terroristi’’ lanciata da Francia e Russia diventa un ‘’valore’’ aggiunto, ma chiaramente non risolutivo. I bersagli potenziali sono ovunque, sparsi per il mondo, non solo in Siria. Sono- ormai lo si è detto tante volte- anche al nostro fianco.

Tutti siamo più impauriti e dunque più cattivi. Quei ‘’signori’’ stanno ottenendo ciò che volevano. Per ora la loro vittoria non é solo intrisa di sangue, ma piuttosto di psicologie infrante.

RINGHIO

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