I tormenti di un giornale sono segnali di allarme per l’intera collettività. Quando su un Quotidiano incombe il rischio del Sipario, la ferita incide sulla democrazia, non solo su particolari interessi.

Cerchiamo di evitare la facile retorica. Perché la retorica, in quanto tale, è spesso insincera.

Riflettiamo, comunque, sulle travagliate e sofferte vicende dei giornalisti e dei poligrafici del ‘Giornale del’Umbria’, da troppi mesi alle prese con le conseguenze, non esaltanti, del cambio dell’editore, della linea editoriale e dei rapporti interni ad un’Azienda che fino a qualche tempo fa era forte anche di un sostegno economico che comunque trasmetteva sicurezza e, dunque, garanzie.

Ora l’intero corpo redazionale è alle prese con logoramenti psicologici e con forti timori occupazionali. I comunicati ufficiali del Cdr (l’organo della più incorporata tutela sindacale) manifestano ansie per gli eventi (neri) che potrebbero maturare in Gennaio. Tale è la paura che la reazione degli scioperi appare come un atterrito istinto di conservazione.

Cosa può accadere? E, soprattutto, cosa sta accadendo? Le istituzioni pubbliche e la politica hanno, per ora, manifestato interesse. Oltre non sono riuscite a spingersi. Anche perché qua do si interloquisce bisogna essere almeno in due: uno che parla e l’altro disposto ad ascoltare. Dialogo che, a quanto pare, per il momento è risultato impossibile.

E pure i tentativi dell’Associazione umbra della stampa si sono infranti contro muri.

Tutto vano? Tutto inutile? Il buon senso e la sensibilità umana dicono che è assurdo rassegnarsi al progressivi affievolirsi di una voce che comunque è simbolo di democrazia. Di una democrazia attivata da chi intende operare in nome e per conto dell’intera collettività.

Un giornale che rischia di far calare il sipario non nuoce soltanto agli interessi (sacrosanti) di chi, per anni, gli ha garantito professionalità e cultura, ma scalfisce anche i diritti della società che più ne sa e meglio si sente protetta dal rischio che prevalga il gioco di chi vorrebbe l’oscuramento di molte realtà. La solidarietà, che pure è un incoraggiante valore, può, in certi casi, non bastare.

Ecco, dun que, che la difficile vicenda del ‘Giornale dell’Umbria’’, impone ad ognuno (Istituzioni, Politica, forze economiche e giornalisti come categoria in senso lato) una partecipazione capace di testimoniare consapevole sensibilità. Un quotidiano che perde energia è una sconfitta per tutti

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