Il 4 dicembre e la Corte Costituzionale hanno modificato parecchio il quadro politico del prossimo Governo e del futuro Pd.-

Un uomo solo al comando o Governo di larghe intese? Il Pd può ripuntare solo sul monocratico Renzi o deve prendere atto che ha bisogno di più gestori? E così via interrogando.

Vedete quante domande si affollano dopo il fatidico 4 dicembre e all’indomani della sentenza della Corte Costituzionale sulla Legge Elettorale.

Sono interrogativi che si sta ponendo lo stesso Matteo Renzi che, nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha detto esplicitamente che gli è maturata la (quasi) convinzione che il suo sogno del ‘’maggioritario’’ gli è, almeno al momento, svanito.

Insomma anche lui sa – al pari di molti politologi- che, comunque, un domani (elezioni fra poche settimane o qualche mese?) sarà praticamente impossibile governare il Paese con l’appoggio del solo Pd o, al massimo, col puntello di frange esterne molto minoritarie.

Insomma chiunque avrà più voti alle prossime urne (Pd o Cinque Stelle) dovrà cercare ‘’compagni di viaggio’’ se vorrà dare concretezza all’ambizione di guidare il Paese.

E, per quel che s’è capito del carattere di Renzi, la convivenza con altri ‘’comandanti’’ non è proprio la soluzione che gli è gradita.

Identica riflessione può farsi per la ‘’cabina di comando del Pd’’: può Renzi aspirare, dopo il Congresso, ad essere, ancora una volta, l’unico Generale in Capo?

· Pare evidente che, alla luce delle roventi polemiche in atto, questa domanda possa avere una concretezza. Lo stanno ammettendo anche dirigenti e giornalisti che fino all’altro ieri giuravano che ‘’il Pd può essere Renzi e soltanto Renzi’’.

· Insomma fra dicembre e gennaio è maturato, in senso lato, un quadro politico significativamente diverso. E chi sale in zucca (e Renzi ce l’ha) non può che prenderne atto.

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· RINGHIO

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