Il Giubileo e il massacro di Parigi. In poche ore si sono incrociati il peggio dell’animo umano e lo stimolante meglio di chi crede alla solidale fraternità. Il buono ha vinto

Ed eccoci alle porte del Giubileo. Fra tre settimane comincerà l’anno santo straordinario voluto da Papa Francesco. Il terribile massacro di Parigi proietta l’ombra della paura, o semplicemente dell’allarme, su un evento che dovrebbe sollecitare non solo i migliori sentimenti dell’uomo, ma anche senso della riconciliazione e della giustizia.

La storia di questo particolarissimo appuntamento universale richiama davvero il senso più esaltante della umana dignità: secondo l’Antico Testamento nell’anno giubilare gli schiavi tornavano liberi, i debitori venivano affrancati, i campi garantivano il cibo che c’era, senza bisogno di sudare troppo per coltivarli. La tradizione cattolica, avviata nel 1300 da Papa Bonifacio VIII, ha significato remissione dei peccati e delle pene, pacificazione delle controversie, pace con i fratelli al servizio di Dio. D’altronde è di stimolo anche l’etimologia latina della parola: jubilare significa gridare di gioia. In un momento storico così angosciante come quello che noi cittadini del mondo stiamo vivendo sarebbe veramente indispensabile poter ‘’gridare di gioia’’. Invece la ferocia dell’animo umano, almeno di certi animi che si fa fatica a definire ‘umani’’ per ora non solo strozza ogni desiderio di gioia, ma addirittura costerna tutti, spingendo addirittura il Santoa Padre fino alla lacrime in presa diretta.

Due notti fa si è scoperto che il peggio del peggio non ha mai limiti. Siamo andati oltre l’immaginabile perversione.

EPPURE….. eppure anche in quelle ore così truci sono emersi esempi che riconciliano i cuori. Mentre i seminatori di morte e di terrore cumulavano, di minuto in minuto, il numero degli uccisi, i parigini, di puro istinto, senza ordini venuti dall’alto, hanno fatto circolare in rete l’annuncio delle ‘’porte aperte’’: chi, in una città assediata, non poteva tornare a casa, aveva la possibilità di entrare nelle abitazioni dei molti che offrivano ospitalità. Bellissimi esempi! Come stimolante è stata l’atmosfera creata dalle migliaia di tifosi francesi che, lasciando solo verso l’alba lo stadio parigino (dove si era giocata l’amichevole Francia-Germania) hanno intonato assieme l’inno della Marsigliese. Un suggestivo segno di fierezza e di compattezza civica.

Esemplare, infine, la corsa di migliaia di persone che nelle ore successive sono accorse negli ospedale per donare sangue a favore dei tanti feriti.

Insomma nei momenti di una delle più fosche tragedie, il brutto e il bello si sono rincorsi. Ed è perfino sembrato che il buono prevalesse sul cattivo. Dando- chissà?- un senso al Giubileo che verrà.-
RINGHIO

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