Le tante nebbie sui candidati a sindaco: per ora i partiti sembrano impegnati dai bisticci interni e dai veti contrapposti

Elezioni amministrative in importanti città italiane. Candidature? Soltanto i grillini hanno già scoperto qualche carta. Gli partiti sostengono ufficialmente che non è opportuno andare in scena con troppo anticipo. Strategie oculate o, in realtà, difficoltà serie a definire gli indispensabili accordi?. Un esempio per tutti: non appena a Napoli è riaffiorato (da dove?) il nome del vecchio leader Bassolino, subito i vertici nazionale del partito si sono affrettati a precisare: ‘’A Napoli gli aspiranti sono parecchi. Comunque dovranno emergere dopo le elezioni Primarie’’.

Un modo, più o meno dialettico, per chiarire che Bassolino non è gradito.

Situazioni ugualmente complesse a Milano e a Roma, dove spuntano nomi che sembrano per lo più destinati alla ‘’bruciatura’’. Un fumoso gioco di nebbie strumentali lasciato scivolare nei giornali giusto per non ammettere in termini espliciti che all’interno dei partiti gli accordi sulle candidature sono ancora di là da venire.

Una volta, neanche tempo fa, si diceva che i candidati per i vertici delle Regioni e dei Comuni devono prendere la rincorsa da lontano perché l’elettorato deve abituarsi a ragionarci sopra e a convincersi dell’opportunità di quello specifico consenso. Oggi sembrerebbe che gli strateghi ritengano più utile sorprendere gli elettori con guizzanti colpi di scena. Insomma i futuri sindaci usciranno fuori da misteriosi ‘cilindri’?

Fra sei mesi si vota. A rigor di logica il conto alla rovescia è ampiamente cominciato. Ma per ora i notiziari parlano di baruffe e di veti contrapposti: ‘’Questo no….quell’altro nemmeno…’’.

E per adesso sotto a chi tocca…uscire di scena.

Fino a quando?

RINGHIO

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