LEVANTE. Considerazioni del mattino COME E PERCHÉ È STATA FONDATA ACCUMOLI

di Maurizio Terzetti
Solamente cinque anni fa, Accumoli ha celebrato gli otto secoli della sua fondazione. La città non è antichissima, ma, per fare un paragone tutto umbro e dare un riferimento adeguato nel tempo, quando Accumoli veniva fondata, nel 1211, Francesco d’Assisi dava vita al suo primo tentativo di andare a incontrare gli islamici “per sete di martirio”.
Accumoli, dunque, non è molto antica e tracce di insediamenti più lontani nel tempo, pur essendo certo esistiti, sono scomparsi: la natura molto particolare e difficile di tutta l’area dei Sibillini, qui, dove sarebbe sorta Accumoli, si è portata via pressoché ogni taccia sabina e romana.
Aveva molto ben chiaro questo insieme di elementi geologici e storici il dottor Agostino Cappello, un personaggio, vissuto a cavallo tra Settecento e Ottocento (1784 – 1858), a ragione molto caro agli accumolesi.
Cappello, nativo di Accumoli, è stato medico e scienziato di chiara fama. Accusato di essere irreligioso e liberale agli inizi del processo di unificazione nazionale, ebbe ugualmente una carriera splendida e ricca di riconoscimenti. Era anche appassionato di studi storici e geologici ed è in questa veste che scrisse, nel 1825, scrisse le “Osservazioni geologiche e memorie storiche di Accumoli in Abbruzzo”.
E’ un’opera accuratissima, solida, piena di amore per gli accumolesi di ieri e di oggi, non profetica ma cautamente preveggente, utile per il momento senza precedenti che nella sua storia non antica vive Accumoli: la città è stata fondata, nel 1211, con lo scopo di trovarsi una posizione capace di “presentare una valida difesa al nemico”, di essere “forte e centrale” e il nome le deriva dalla “riunione dei maggiori proprietari dai differenti castelli e villaggi provenienti che andavano a popolare la nuova terra, alzando per arme un rastello e cinque monti”.
Il succo, però, del discorso del dottor Cappello è che ogni considerazione di carattere storico, ad Accumoli e forse – aggiungo io – in tutta l’area colpita dal sisma, deve essere preceduta da inoppugnabili valutazioni di rischio geologico in grado di accompagnare il desiderio di continuità storica di chi abita il territorio e vuole continuare ad abitarlo anche dopo la prova del tremendo terremoto del 24 agosto.
Lo stesso dottor Cappello, due secoli fa, avvertiva che questa priorità andava anteposta a ogni sviluppo del paese di Accumoli come mai era successo nella sua storia. Il rischio degli “avvallamenti” geologicamente rilevanti del terreno intorno ad Accumoli – insomma, non semplici frane – era, ai tempi del dottor Cappello, così forte e palese da superare anche quello di terremoti e alluvioni: interi blocchi di montagna scivolavano a valle atterrendo a tal punto gli accumolesi che qualcuno descrisse il fenomeno come di “montagne che camminano”.
Oggi che le montagne hanno camminato sotto terra, gli avvertimenti rivolti dal dottor Cappello a “ogni ben regolato governo” vanno ripresi, approfonditi e aggiornati, perché il filo che lega la geologia alla storia qui, ad Accumoli, ad Amatrice, ad Arquata, a Norcia, è particolarmente difficile da tessere, ma è l’unico – bello, insostituibile e tragico – che si possa legare alla storia millenaria dei padri Appennini.

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