L’odierno dirottamento dell’aereo egiziano fa moltiplicare i mille interrogativi sulla sicurezza che il resto del mondo riesce a garantire contro il terrorismo.
In ogni parte del mondo le autorità continuano a ripetere all’opinione pubblica che le misure di sicurezza contro il terrorismo sono al massimo livello. E la cosa non può che far piacere. IN definitiva questi annunci tranquillizzano un po’. Tuttavia il rincorrersi di altre notizie fa intuire che i controlli non sono ancora adeguati o sufficienti: i giornali ci ripetono che alcuni protagonisti dello stragismo occidentale per mesi hanno circolato da una frontiera all’altra pur avendo ‘’fedine penali’’ piuttosto macchiate. Stamattina si è aggiunta la brutta nuova dell’aereo egiziano dirottato da un ‘’signore’’ imbottito di esplosivo. E’ fin troppo istintivo chiedersi: ma come è possibile che quel disinvolto giovanotto sia arrivato, in quelle condizioni, dentro alla pancia del velivolo?
Questa domanda- è evidente- non è solo fine a se stessa: si estende, infatti, ad interrogati8vi molto più lati: si può, cioè, viaggiare in aereo senza il terrore di capitare dentro a situazioni analoghe a quella di Bruxelles o simile a quella del dirottamento odierno? I folli volontari del terrorismo sono davvero in grado di limitare la vita quotidiana di quelli che la loro ‘’rete’’ telematica definisce ‘’Occidentali crociati?’’.
E poi i soliti, inquieti quesiti che ci poniamo ormai da tanto tempo: come intercettarli? come combatterli? Dove li si può neutralizzare? Sono nemici espliciti? O sono anche insospettabili finti amici? Le immagini che loro stessi rilanciano in ‘’rete’’ dicono che si tratta, quasi al 100%, di uomini sotto i trenta anni, non solo fanaticamente indottrinati, ma anche istruiti a puntino per affrontare, anche da kamikaze , azioni di brutale e tragica aggressività. Pronti a tutto contro i ‘’crociati’’, ma anche contro la loro stessa vita.
E’ una fase della storia del mondo purtroppo da raccontare all’insegna della massima incertezza.
RINGHIO