Metodo Francesco per il dopo elezioni

“Le nostre democrazie hanno bisogno di essere fondate e rivitalizzate e per farlo serve esattamente la capacità di integrare e far dialogare le differenze. Il nuovo Parlamento che uscirà dalle elezioni del 4 marzo non potrà esimersi dal misurarsi con questo compito”.  Ancor prima di conoscere l’esito delle elezioni, è quanto afferma Giacomo Costa SJ, Direttore della rivista Aggiornamenti sociali, nell’editoriale del fascicolo del mese di Marzo 2018,  che ritiene interessante provare a declinare il “metodo Francesco” nel concretodell’agenda politica italiana, come strumento per costruire una visione comune sostenibile e identificare le priorità di azione. Una riflessione veramente essenziale che mi sembra opportuno riportare.

Occorre rammentare che tra gli elementi che possiamo chiamare “metodo Francesco”,si può evidenziare quello che, secondo lo stesso Costa,  induce a “procedere con il metodo del discernimentoche, declinato nello spazio pubblico, diventa dialogo: incontro onesto tra i portatori delle diverse posizioni alla ricerca di quello che tradizionalmente si chiama bene comune…”.

Di questo “metodo” dovrebbe averne bisogno chiunque assumerà il compito di governare il Paese, ma anche la società civile e l’insieme dei cittadini. E su due nodidi particolare rilevanza il p. Costa ritiene che ci si concentri: la progettazione del processo di sviluppo sociale ed economico del Paese e l’immigrazione. Due nodi, due questioni,  che vanno affrontate insieme perché “il modo di stare all’interno del mondo delle migrazioni globali dipende dal progetto di società che vogliamo costruire”.

Per quanto riguarda il primo nodo, sul quale esclusivamente mi soffermo in questa nota, occorre avere la consapevolezza che l’Italia ha bisogno di ripensare il proprio modello di sviluppo, tenendo presente che il sistema produttivo deve adeguarsi alle novitàdell’Industria 4.0e che la lotta ai cambiamenti climatici richiede di superare l’approvvigionamento energetico fondato sui combustibili fossili. Occorre nel contempo definire un nuovo patto di solidarietà intergenerazionale, pensando sia alla larga fascia di giovani che sono lasciati fuori dal mondo del lavoro nonché a quelli, sempre meno, che dovranno sostenere in futuro il carico previdenziale della crescente popolazione anziana. Infine, anche a livello nazionale occorrerà contenere le conseguenze negative della finanza speculativa rispetto all’economia reale.  

Serve al riguardo di  “ridefinire il progresso”, come affermato dalla Laudato Sì al n. 194, ritornando ad interrogarci sul senso e le finalità dell’economia. E sarebbe perciò interessante, secondo Costa, approfondire la prospettiva dell’economia circolare. A fronte del modello economico prevalente,  fondato sulla successione delle fasi della produzione, del consumo e dello smaltimento, che “saccheggia le risorse disponibili e rende l’ambiente progressivamente meno ospitale”, l’economia circolaresi fonda “sul paradigma dei sistemi biologici, capace di trasformare scarti e residui in opportunità e risorse per nuovi processi”.  Il passaggio all’economia circolare dovrà, ovviamente, essere accompagnato da adeguate misure politiche, riflettendo, ad esempio, su come indirizzare i meccanismi di incentivazione dell’economia e su una conseguente ristrutturazione del sistema fiscale.

Ma questo passaggio avrà riflessi anche  sulle persone.  Infatti “occorre – precisa lo stesso Costa – evitare che il sistema le espella o almeno costruire prospettive concrete per rimetterle in circolo, valorizzarle, ridare loro dignità” e la politica sarà chiamata ad accompagnare e facilitare questi processi. Come sarà importante anche la ridefinizione del welfare e degli ammortizzatori sociali che, in un’ottica circolare, dovranno uscire da una logica assistenziale per “diventare strumenti di attivazione delle risorse personali e sostegni non tanto al reddito quanto all’occupabilità”. Il REI, già attivato, rappresenta una risposta in questa direzione, di contrasto alla povertà. Ed il nuovo governo, al di là di fantasiose nuove proposte da parte di talune forze politiche, non potrà prioritariamente non rafforzare ed estendere questa misura, destinando nuove risorse a quanto rimane per coprire l’intero fabbisogno.

Alvaro Bucci

 

 

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