Lavoratori Treofan in corteo a Terni durante visita liquidatore. In tre saliti su silos

TERNI – Lavoratori della Treofan di nuovo in corteo, stamani, in occasione della visita nel sito del polo chimico di Terni del liquidatore dell’azienda nominato dalla proprietà Jindal. I dipendenti, insieme a familiari, rsu e sindacati dalla portineria di piazzale Donegali si sono mossi verso quella degli automezzi di strada di Sabbione, bloccando il traffico per qualche decina di minuti.

“Giù le mani dalla Treofan” il grido che si è alzato più volte dal corteo, al quale hanno partecipato alcune centinaia di persone. I manifestanti hanno poi raggiunto la sede della direzione aziendale, dove si trova il liquidatore, l’avvocato Ettore Del Borrello. “Sono uno che fa le cose con garbo, che cerca di capire e di ascoltare” la breve dichiarazione che il legale ha rilasciato scendendo tra i lavoratori.

Alla manifestazione hanno preso parte anche rappresentanti politici di vari schieramenti, tra cui gli onorevoli Virginio Caparvi e Walter Verini e la senatrice Valeria Alessandrini, anche il senatore di Italia Viva Leonardo Grimani, oltre ad alcuni consiglieri regionali di vari schieramenti, oltre al sindaco di Narni Francesco De Rebotti e al vicesindaco di Terni Andrea Giuli. Nel primo pomeriggio il liquidatore incontrerà i segretari locali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil.

 

Tre lavoratori della Treofan di Terni sono saliti questa mattina su un silos adibito allo stoccaggio delle materie prime dell’azienda, in segno di protesta contro la liquidazione del sito deciso dalla proprietà Jindal. Il gesto è avvenuto al termine del corteo organizzato da rsu e segreterie locali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Ugl chimici in occasione della visita allo stabilimento del liquidatore della società.

I tre, dopo aver raggiunto la cima del silo, ad un’altezza di circa 30 metri, si sono poi legati simbolicamente al serbatoio con delle corde. Sono infine scesi dopo circa mezz’ora. “Combatteremo fino all’ultimo affinché la vertenza non si concluda con la chiusura della fabbrica e con i nostri licenziamenti” l’appello partito dai lavoratori. Questi sperano che, anche sulla base degli strumenti in mano al governo italiano, la procedura di messa in liquidazione possa stopparsi e la società essere messa in vendita, per garantire così la continuità produttiva del sito. La lotta viene sostenuta anche dalle istituzioni locali.