COME IL POPULISMO TRASFORMA LA DEMOCRAZIA

Il denso saggio di Nadia Urbinati “IO, Il popolo, come il populismo trasforma la democrazia”, pubblicato recentemente da Il Mulino, offre un’analisi dettagliata del fenomeno del populismo e di come modifichi la democrazia. C’è più di un avvertimento nel lavoro della Urbinati, di certo stimola a prendere atto dei pericoli che il populismo fa correre alla democrazia rappresentativa così come siamo abituati a pensarla ed a viverla secondo i canoni della nostra Costituzione. La Urbinati parte da un assunto apparentemente quasi contraddittorio. Cioè che il populismo nasce all’interno della democrazia rappresentativa tanto da poter dire che ne sia un prodotto. Lo schema democratico della competizione tra schieramenti politici diversi e tra maggioranza ed opposizione non è estraneo al fenomeno del populismo. Anzi il populismo fa sua questa dialettica ma la estremizza, riduce tutto ad un confronto tra popolo ed élite, tra i buoni (popolo) ed élite ( cattivi) e si alimenta del disagio sociale per contrapporre il popolo all’esthablishment e quindi  i molti (buoni) ai pochi (cattivi). Il populismo si alimenta del disagio per condurre una battaglia nei confronti della casta che detiene il potere. E fin qui si potrebbe dire che siamo all’interno della normale dialettica politica senonché il populismo considera la maggioranza in senso proprietario ed assoluto. Infatti nel libro si parla di maggioritarismo. Nell’ottica populista,scrive la Urbinati ,” la maggioranza considera le idee della minoranza come ostacoli, anziché come componenti fisiologiche del gioco politico”, trasformando la maggioranza “da procedura a dominio”, quindi considerando il potere, una volta conquistato, non più contendibile. Da qui l’insofferenza del populismo per il pluralismo dei partiti e del principio della separazione ed autonomia dei poteri. E gli esempi addotti dalla Urbinati sono molti, da Chavez a Orban da Peron alla richiesta, potremmo aggiungere, di pieni poteri di Matteo Salvini. Nel saggio della Urbinati viene esaminato anche il complesso rapporto tra democrazia, demagogia e populismo. Il populismo ha bisogno di un leader, che si identifica con il popolo che intende difendere. La demagogia è lo strumento per questa identificazione, perché ” la demagogia non è semplicemente una forza che utilizza la regola di maggioranza, ma una forza che se ne appropria”. La Urbinati non condivide la frettolosa  identificazione tra populismo e fascismo, ma mette bene in guardia rispetto al pericolo che dalla demagogia si passi al populismo e dal populismo maggioritarista all’autoritarismo. Questo percorso ci rivela con chiarezza l’assunto del libro e cioè di come il populismo possa trasformare la democrazia e quindi ne possa divenire un pericolo.