L’ AFFOLLAMENTO DEL CENTRO

di Pierluigi Castellani

Quando in politica c’è uno stormir di fronde per un accadimento non previsto o all’indomani di una consultazione elettorale, ed in Italia ce ne sono sempre, si torna a parlare di centro, ad evocare questa araba fenice di cui la politica italiana sembra orfana da tempo. Così la scissione del movimento 5Stelle,operata da Di Maio, ha inevitabilmente spinto ad evocare il centro, creatura che dovrebbe essere distinta dai vecchi canoni di destra e sinistra. Al fondo c’è un chiaro rifiuto del bipolarismo ,introdotto dalla fine del secolo scorso, dal 1964, nella nostra politica. Questo rifiuto deriva dal desiderio di non schierarsi e cercare un comodo approdo per giustificare questa volontà. Gli attori della politica italiana, ora accresciuti di numero per la nascita del nuovo soggetto dimaiano, a volte anche senza il coraggio di manifestarlo, tutti aspirano ad una nuova legge elettorale di tipo proporzionale. Anche nello schieramento di centrodestra, quello che appare più granitico, oramai la litigiosità  e la rivalità tra la Meloni e Salvini per la leadership sta facendo emergere voci che non disdegnerebbero un ritorno al proporzionale. E nel campo del centrosinistra sembra vacillare il progetto del campo largo nonostante Enrico Letta pensi che questo progetto si sia rafforzato con i risultati dei ballottaggi del 26 giugno. Ma il nuovo radicalismo populista di quel che è rimasto dei 5Stelle guidati da Giuseppe Conte e l’impossibilità di poter guardare contemporaneamente a Conte e Di Maio, sta facendo nascere, soprattutto nel PD, la voglia di proporzionale, che comunque imporrebbe la riscrittura del profilo di questo partito, che si troverebbe a perdere la vocazione maggioritaria con la quale è nato. Del resto anche al centro ci sono troppe personalità forti come Calenda, Renzi, Di Maio, Toti, Quagliarello, e il sempre redivivo Mastella, che è improbabile pensare di vederli convivere nel medesimo contenitore politico. Infine la nuova legge elettorale proporzionale, da molti invocata, è molto difficile che trovi un conclusivo percorso in parlamento ora che il governo Draghi è in altre cose ben affaccendato. Ed allora il centro rimarrà una pura aspirazione? E’ molto probabile che sarà proprio così. Se permarrà l’attuale legge elettorale, il cosiddetto rosatelleum, ogni velleità centrista si scontrerà con la necessità di compiere nei collegi comunque una scelta. E’ poi vero che nell’opinione pubblica è del tutto tramontata la propensione a schierarsi? Sembrerebbe di sì, se ci si limita a leggere in questo modo l’alto astensionismo registratosi anche in quest’ultima tornata elettorale. Ma la disaffezione degli elettori alla politica ha ben altre ragioni, che risiedono soprattutto nella scarsa propensione dei partiti a ricercare una reale sintonia con il comune sentire della gente, con l’ascolto dei problemi di una società disorientata, che non trova più nelle forze politiche un’aspirazione al futuro di questo paese. E’ ora che i partiti prendano atto, che se non si rifondano e non cercano di esprimere quella buona politica di cui c’è reale bisogno, ne va della nostra stessa democrazia.