Letta: “Domani mi dimetto”

La Direzione nazionale del Pd ha approvato il documento che chiede una svolta e un governo guidato da Matteo Renzi fino al 2018. I voti favorevoli sono stati 136, i contrari 16, gli astenuti 2. Immediata la comunicazione del Presidente del Consiglio, Enrico Letta: “Domani mi dimetto al Quirinale”. Per il suo “esecutivo nuovo” Matteo Renzi si rivolge alla stessa maggioranza del governo Letta. Nel dispositivo “da discutere e votare” in Direzione, che il segretario ha letto in apertura del suo intervento, si dice infatti: “La Direzione Pd rileva la necessità e l’urgenza di aprire una fase nuova con un esecutivo nuovo che si ponga l’orizzonte naturale della legislatura, da condividere con l’attuale coalizione di governo e con un programma aperto alle istanze rappresentate dalle forze sociali ed economiche”. Renzi ha chiesto “di aprire una fase nuova con un esecutivo nuovo che si ponga un obiettivo di legislatura”, ringraziando Enrico Letta, che ha deciso di non essere presente all’assemblea del partito, “per il notevole lavoro svolto”.

“Diciamo subito con chiarezza la proposta che viene dalla Direzione”. E ha letto il dispositivo: “La Direzione del Pd, esaminata la situazione politica e gli sviluppi recenti, ringrazia Enrico Letta per il notevole lavoro svolto alla guida del governo, un esecutivo di servizio nato in un momento delicato dal punto di vista economico e sociale, e per il significativo apporto dato in particolare con il raggiungimento degli obietivi europei. Assume il documento “Impegno Italia” come contributo per affrontare i oproblemi del Paese, e rileva la necessità e l’urgenza di aprire una fase nuova con esecutivo nuovo che si ponga un obiettivo di legislatura”.

Il sindaco di Firenze ha poi precisato di non voler fare nessun “processo al governo”, e ha spiegato: “Vorrei evitare di perdermi in troppi giri di parole. Qualcuno ha scritto che siamo di fronte a derby, ma noi siamo di fronte a un bivio: da una parte c’è la chiusura della legislatura e il passaggio elettorale, dall’altra trasformare questa legislatura in costituente. Tertium non datur”. Per Renzi “le elezioni hanno fascino, ma manca legge elettorale, possono avere valore purificatore – ha detto – ma non risolverebbero i problemi”.

L’alternativa al voto anticipato è quindi “un percorso di legislatura, una scelta rischiosa e difficile, azzardata”, ma il segretario Pd se ne è assunto la responsabilità: assumersi la repsonsabilità di guidare il cambiamento è un rischio ma “la disponibilità a correre questo rischio deve essere presa con il vento in faccia” ha aggiunto.

Renzi ha concluso il suo intervento ribadendo la sua proposta: “Vi propongo la strada meno battuta, quella più difficile, sulla quale faremo più fatica, ma l’unica che il Pd si può permettere: vi chiedo di uscire dalla palude”.

Letta, in una lettera al parlamentino democratico, ha scritto il perché ha preferito non essere presente alla Direzione del Pd: “Carissimi, penso che, in una giornata importante come questa, sia fondamentale che la discussione si sviluppi, e le decisioni conseguenti siano assunte, con la massima serenità e trasparenza. Per questo preferisco aspettare a Palazzo Chigi le determinazioni che verranno prese, in modo che tutti in Direzione si sentano liberi di esprimere valutazioni ed esplicitare le decisioni che ritengono opportune. Vi ringrazio”. TMNEWS

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