Ospedale di Perugia, 33mila ricoveri in un anno. Il futuro? Scelte innovative e nuovi modelli organizzativi

PERUGIA  – Oltre 33mila ricoveri l’anno, conti un equilibrio e nuove sfide per l’ospedale di Perugia, dove è stato tracciato un bilancio delle attività 2016 e sono stati individuati gli obiettivi per il 2017. A fare il punto è stato il direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Emilio Duca,  insieme alla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, l’assessore alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, e al magnifico rettore dell’Università degli studi di Perugia, Franco Moriconi, presenti numerosi operatori sanitari della struttura. Contestualmente è stata inaugurata la nuova “Breast unit” autonoma, che il un anno ha ospitato oltre 5oo donne con cancro al seno.

I DATI

Oltre  ai 33.657 ricoveri ordinari, sono stati trattati in regime di day hospital/day surgery 5.646 pazienti con un incremento sensibile per i ricoveri chirurgici di un giorno (+5% pari a 156 casi in più rispetto all’anno 2015 ). Duca ha sottolineato  come “ la riduzione dei ricoveri ordinari è un importante indicatore di appropriatezza dell’attività ospedaliera per acuti, ed è anche il risultato di un progressivo potenziamento dei letti tecnici di Osservazione Breve Intensiva (internistica, chirurgica, urologica, pediatrica e di pronto soccorso)”. Sempre dalla relazione è merso che sono stati trattati in OBI circa 8.000 pazienti e di questi solo il 21,5% è stato poi ricoverato, ciò ha comportato una riduzione dell’inappropriatezza, come richiesto sempre con maggiore attenzione da parte del Ministero della Salute. Un’altra innovazione organizzativa che ha contribuito insieme all’Osservazione Breve Intensiva ad affrontare il fenomeno dei letti aggiunti è l’Unità di Degenza Infermieristica; nell’anno 2016 essa ha preso in carico 546 pazienti con una degenza media di 6,68 giorni. In un contesto di risorse finanziarie limitate, l’Azienda Ospedaliera di Perugia, ha raggiunto anche nell’anno 2016 il pieno equilibrio di gestione.

LA CHIRURGIA

E’ stato ricordato come l’area chirurgica  del S. Maria della Misericordia  sia stata oggetto di una importante riorganizzazione; nel mese di settembre è stata infatti  attivata un’area di week surgery multidisciplinare che rappresenta una sorta di “contenitore” di chirurgia a basso grado di complessità in cui confluiscono i pazienti di classe B (attesa entro 60 giorni dalla prenotazione) che rappresentano una importante componente delle liste di attesa chirurgica; ciò ha contribuito a definire setting assistenziali sempre più appropriati. Contestualmente è stata attivata una “Breast Unit” autonoma, individuando un’area logisticamente definita e completamente rinnovata, anche per quanto riguarda il confort, con spazi di degenza adeguati separati dalla normale casistica di un reparto di chirurgia generale. Nel corso dell’anno 2016 nell’Azienda Ospedaliera di Perugia sono stati effettuati 20.164 interventi e procedure chirurgiche.

I PARTI

Per quanto riguarda l’ area materno-infantile, il 2016 ha fatto registrare un calo di 111 parti rispetto all’anno precedente (1.965 contro 2.076 del 2015). Tale dato è in linea con quella che è la tendenza nazionale. Importante da rilevare è comunque l’aumento di un punto percentuale (70,1% del 2015 al 71,1% del 2016) dei parti fisiologici e quello ancora più significativo della riduzione della percentuale dei parti cesarei primari che nell’anno appena trascorso si è attestata al 18,2% rispetto al 19,7% dell’anno precedente (le linee guida del Ministero della Salute indicano come obiettivo una percentuale inferiore al 20%).

IL PRONTO SOCCORSO

Il Pronto Soccorso nell’anno 2016 ha effettuato 62.139 accessi (con una media di 170 accessi giornalieri). Di questi l’1% è rappresentato da “codici rossi” e il 14% da “codici gialli”. Mentre il 69% circa di essi è stato classificato come codice verde (bassa gravità) con un’attesa media limitata a circa 45 minuti, che pone l’Ospedale di Perugia in una posizione di eccellenza rispetto alle aziende sanitarie delle regioni facenti parte del network valutato dal MeS (Management e Sanità) della Scuola Sant’Anna di Pisa.

NUOVE COLLABORAZIONI

Nell’ambito dell’integrazione tra Aziende sanitarie regionali, l’anno 2016 è stato caratterizzato dall’attivazione di protocolli interaziendali con la USL Umbria 1 per l’attività di chirurgia specialistica: chirurgia pediatrica (presso l’Ospedale di Assisi), otorinolaringoiatria (presso l’Ospedale di Pantalla) e chirurgia ginecologica (presso l’Ospedale di Castiglione del Lago); questo nuovo tipo di collaborazione prevede un “pool itinerante di professionisti” che operano, casistica di medio-bassa complessità nei presidi del territorio, favorendo l’abbattimento delle liste di attesa e il contenimento della fuga dei pazienti verso altre regioni. Nel corso del 2016 è stato avviato, e sarà completato entro la primavera del 2017, il trasferimento degli ambulatori di Via del Giochetto al Polo Unico “Santa Maria della Misericordia”; tutto ciò ha comportato e comporterà uno sforzo organizzativo importante sia sotto il punto di vista delle risorse umane e logistiche.

OBIETTIVI 2017

Per quanto riguarda infine i progetti per  l’anno 2017 i principali obiettivi sul versante interno saranno rappresentati dal completamento della riorganizzazione dell’area del Pronto Soccorso e della Medicina d’Urgenza e dalla riorganizzazione della piastra dei servizi per ciò che concerne i sistemi di angiografia digitale. Sul versante esterno il principale impegno sarà orientato alla ulteriore implementazione, con entrambe le aziende territoriali, di nuovi protocolli interaziendali (USL Umbria 1: reumatologia, centro odontostomatologico universitario e procreazione medicalmente assistita; USL Umbria 2: chirurgia maxillo-facciale), e al rafforzamento dell’integrazione ospedale-territorio (dimissioni protette e sistema a rete con l’assistenza primaria e le cure intermedie).

LA NUOVA BREAST UNIT

La nuova Breast Unit, inaugurata lunedì  mattina, presente anche la presidente della  LIT  ( Lega Italiana Tumori) Anna Maria Togni, nell’anno 2016 ha dimesso 525 pazienti, di cui 325 donne operate per tumore  primario della mammella. Il 93% di essi proviene dal territorio regionale, in particolar modo dalla USL Umbria 1 (74,7%), mentre il restante 7% è di fuori regione. L’attesa media per l’intervento dalla data di prenotazione del ricovero, per le pazienti di classe A è stata di 25 giorni (attesa massima prevista di 30 giorni. Il tempo di attesa tra l’ingresso in ospedale e l’intervento è brevissimo: infatti l’81% delle donne viene operato nella stessa giorno in cui è stato effettuato l’accesso in ospedale, e se si allarga lo spettro temporale un altro 13% viene operato il giorno successivo all’ammissione.

MARINI E BARBERINI

La presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha auspicato un  “Piano sanitario regionale snello e centrato sulle nuove sfide che potranno salvaguardare la sanità umbra per i prossimi dieci anni, basate sulla necessità di fare scelte riorganizzative riguardanti non solo i luoghi fisici come gli ospedali, ma anche le professionalità e le competenze al fine di garantire ai cittadini sempre maggiore qualità assistenziale  e sicurezza”

“Il modello sanitario – ha sottolineato la presidente –  dovrà essere adeguato a soddisfare i nuovi bisogni della comunità e i nuovi standard qualitativi, strutturali e tecnologici relativi all’assistenza ospedaliera imposti dal Decreto ministeriale 70. L’obiettivo è dunque riorganizzare la sanità umbra non solo con atti di programmazione sanitaria, ma anche raccogliendo la sfida dell’innovazione. Nel 2017 lavoreremo su questo, insieme alle professionalità tecniche di cui disponiamo e con il coinvolgimento dell’Università degli Studi di Perugia, che deve inserirsi in questo percorso divenendo parte attiva anche delle sfide assistenziali”.

La presidente Marini ha definito  la nuova Breast unit “una sfida realizzata attraverso un lavoro nato su un terreno preparato, che ha anticipato scelte compiute al livello nazionale spesso frutto di esperienze radicate su territori e di competenze mediche e scientifiche che Regioni come la nostra hanno  portato in sede ministeriale”.

L’assessore Barberini, nel suo intervento, ha evidenziato che “la sanità umbra si trova ad affrontare nuove sfide in un contesto generale particolarmente difficile, segnato da bisogni in aumento e risorse economiche non sufficienti. L’obiettivo dell’assessorato alla Salute è quello di definire quanto prima un nuovo Piano sanitario regionale, in grado di dare risposte più adeguate alle necessità dei cittadini, definendo un modello di sanità più innovativo basato su una rete ospedaliera di qualità, su una maggiore attenzione alla prevenzione e sul potenziamento dei servizi di assistenza territoriale. In questo percorso – ha detto Barberini – occorrono scelte innovative, con un maggiore coinvolgimento dei professionisti della sanità e del mondo dell’Università, considerando anche che il 25 per cento della popolazione umbra ha oltre 65 anni, il 5 per cento non è autosufficiente e che circa il 55 per cento del personale sanitario supera i 55 anni”.

Riferendosi alle “Breast unit” presenti in Umbria, l’assessore ha ricordato che “sono state riorganizzate, nell’ottica della concentrazione e dell’efficientamento, passando da 12 a 4 dislocate  tra Perugia, Terni, Foligno e Città di Castello, per garantire risposte più adeguate e di qualità alle donne umbre”.

 

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