PRECARI DELLA SANITA’, SMACCHI CHIEDE UN’AUDIZIONE IN COMMISSIONE

A seguito dell’accordo sindacale dello scorso 3 Dicembre 2013 il sottosegretario alla salute Paolo Fadda ha inviato alle Regioni una direttiva che rappresentava un primo provvedimento tampone a tutela dei lavoratori precari della sanità. A rivelarlo il consigliere regionale, Andrea Smacchi che spiega che “nello specifico la direttiva prevedeva la proroga generalizzata dei contratti di lavoro a tempo determinato anche per i contratti flessibili o in convenzione fino al 31 /12/2016, aggiungendo inoltre che il ricorso alla stipula di nuovi contratti a tempo determinato doveva essere circoscritto a soli casi eccezionali al fine di non reiterare il fenomeno del precariato”.

“In Umbria ad oggi – dice Smacchi – vi sono circa 1.000 dipendenti precari  solo nel  settore sanità, su un totale di circa 9.000 che a causa del blocco delle assunzioni, vivono ormai da anni una situazione di incertezza sul proprio futuro, pur continuando a svolgere ruoli e mansioni di fondamentale importanza per il funzionamento delle strutture e per la tutela della salute dei cittadini. Ad essi va aggiunto un considerevole numero di precari della pubblica amministrazione che  a loro volta garantiscono la sussistenza di servizi essenziali quali ad esempio i centri per l’impiego”.

Secondo Smacchi “in questo contesto la politica e le istituzioni hanno il dovere di dare risposte chiare, più volte sollecitate anche dalle organizzazioni sindacali, su un tema che rischia concretamente da qui alle prossime settimane di mettere a rischio il posto di lavoro di tante figure che da anni operano al servizio dei cittadini e della collettività. In assenza di una presa di posizione e di direttive chiare da parte della Regione, si potrebbero (come sta accadendo) verificar – continua il consigliere regionale – soprattutto in sanità, approcci diversi e non omogenei rispetto ai medesimi problemi da parte dei direttori delle Asl e delle aziende ospedaliere”.

A tale proposito Smacchi ha presentato una richiesta ai presidenti della seconda e terza commissione consiliare affinché “in tempi rapidissimi vi sia la possibilità di un confronto di merito con gli assessori competenti, in grado da un lato di tracciare un percorso che tuteli le  professionalità e l’esperienza di quelli che ormai sono precari storici, che rischiano seriamente, in caso contrario, di perdere definitivamente il loro posto di lavoro, dall’altro, in attesa dell’emanazione dell’apposito Dpcm, è necessario recepire – conclude il consigliere Pd – le linee guida della direttiva ministeriale, per garantire la continuità di servizi essenziali e mantenere le professionalità acquisite”.

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