UN PAMPHLET DI TROPPO

Spiace dover titolare in questo modo ( forse un po’troppo sbrigativo) l’ultimo breve saggio di Luciano Canfora ” La democrazia dei signori”, pubblicato da Laterza, quando nel precedente volume “Critica della retorica democratica” del 2002 aveva indagato con maggiore attenzione i rischi della democrazia in questi primi anni del terzo millennio. La tesi dell’autore, peraltro apprezzato studioso dell’antichità greco-romana, è che la disaffezione di molti  degli elettori nei confronti della politica si traduce in ” una modernissima forma di  ‘ suffragio ristretto ‘: che era l’orizzonte ideologico, oltre che legislativo-costituzionale, del liberalismo nel secolo XIX”. Ciò ha comportato come conseguenza che i partiti, di quella che Canfora chiama la “ex sinistra”, hanno abbandonato la classe sociale di tradizionale riferimento per farsi, nelle città,  il partito delle ZTL. Con il rischio che ” chi sta ‘ in basso ‘ si identifichi con le pulsioni malsane e seduttrici della ‘ destra popolare’ “. Naturalmente questa ultima considerazione ha un fondo di verità; basta ricordare le numerose analisi  secondo le quali il politicamente corretto ha finito per occuparsi degli “ultimi” lasciando in balia di se stessi i “penultimi”. Ma quello che appare come “di troppo” nell’analisi di Canfora è che di tutto questo sarebbe parto finale il governo Draghi, un governo nato da una Presidenza della Repubblica, che interpreterebbe in modo estensivo la costituzione, come sarebbe già avvenuto in precedenza con il governo Monti, addomesticando, complice l’emergenza covid-19, le forze politiche costrette ad un governo di salute pubblica al di sopra del parlamento. E qui il troppo agile volumetto di Canfora si trasforma in una vera e propria requisitoria contro il duo Draghi-Mattarella dimenticando che l’Italia è pur sempre una repubblica parlamentare per cui un governo è legittimato solo dalla fiducia espressa dai due rami del parlamento. Questo porta a concludere l’autore, con una considerazione tranchant, secondo la quale sarebbe in atto ” la mutazione irreversibile del meccanismo elettorale-rappresentativo inteso, alquanto semplicisticamente, come sinonimo nonché unica forma di attuazione dell’istanza democratica”. Naturalmente non è dato sapere quali siano i rimedi secondo l’autore per questa deriva della nostra democrazia, né quale sia l’alternativa all’ “orizzonte europeista”, adottato anche dalla cosiddetta sinistra di governo. Orizzonte di un’Europa, che, insieme alla Nato, come una nuova ‘ spectre ‘ avrebbe imposto il governo Draghi, “uomo di fiducia dalle molteplici “lealtà”, da porre alla testa di un esecutivo svincolato dalle fastidiose dinamiche parlamentari”.

Il libraio

 

Luciano Canfora, “La democrazia dei Signori”, Laterza, Bari-Roma, pp.74, 2022        Euro 12,00