Young Jazz Festival, i Quintorigo sul palco dello Zut

FOLIGNO – Prosegue senza sosta Young Jazz Festival. Il sabato della 14/a edizione, in programma a Foligno fino a domenica 7 ottobre, è il giorno più intenso e ricco di appuntamenti in vari luoghi della città, dall’Auditorium Santa Caterina allo Zut, dallo Spazio Astra al Serendipity. Una giornata quella di sabato 6 ottobre, la terza della kermesse, che propone concerti con i Quintorigo e il progetto Clock’s Pointer Dance, jam session con Tommaso Perazzo e il live notturno con The Maghreban. Fino al 7 ottobre, inoltre, è possibile visitare la mostra fotografica ‘Visioni’, come il tema dell’edizione 2018, che racconta dieci anni di Festival attraverso lo sguardo di alcuni tra i fotografi più affezionati alla manifestazione folignate.

In prima serata il 6 ottobre, come ospiti principali, ci saranno i Quintorigo (ore 21.30, Zut, ingresso 10 euro): Valentino Bianchi – sax, Gionata Costa – violoncello, Andrea Costa – violino, Stefano Ricci – contrabbasso, Alessio Velliscig – voce, Simone Cavina –  batteria. A venti anni esatti dalla comparsa ufficiale della band sulla scena musicale italiana, il quartetto romagnolo ha dato alle stampe ‘Opposites’: rivisitazione di classici e dialogo con essi, in 10 cover e 11 brani originali, con la massima libertà artistica, un nuovo imponente lavoro discografico a cui fa seguito quindi anche uno spettacolo live originale e dirompente. Il  nuovo lavoro ancora una volta alza il tiro di un personalissimo percorso artistico e che gioca adesso con i chiaroscuri della musica del ‘900 passando da Duke Ellington a Monk, da Oliver Nelson a Ornette Coleman, da David Bowie alle tinte acide dei Rage Against The Machine.

Prima dei Quintorigo, il pomeriggio alle ore 18.30 all’Auditorium Santa Caterina (ingresso libero), ad aprire la giornata saranno i Clock’s Pointer Dance, per un concerto realizzato grazie al sostegno di i-jazz e del Ministero per i beni e le attività culturali. A proposito di sguardi e ‘Visioni’ sulla contemporaneità del jazz, Clock’s Pointer Dance è un quintetto costituito da una frontline (Paolo Malacarne, tromba; Andrea Catagnoli, sax contralto; Andrea Baronchelli, trombone) evocativa di sonorità tipicamente jazzistiche, e una insolita sezione ritmica caratterizzata da una matrice più marcatamente rock (Michele Bonifati, chitarra; Filippo Sala, batteria). Il quintetto si è formato in occasione del primo JAZZ(s)RA Forum di Annecy, Francia, nell’ottobre 2015 dove ha rappresentato l’Italia e la regione Lombardia, all’interno del progetto europeo Erasmus+. Nel mese di marzo 2016 il gruppo ha partecipato al DopoFestival della trentottesima edizione di Bergamo Jazz, la prima sotto la direzione artistica del trombettista americano Dave Douglas, riscontrando anche in quest’occasione l’apprezzamento della critica. Nel giugno 2017 ha visto la luce il loro primo album che sta catturando l’attenzione degli addetti ai lavori ricevendo ottime recensioni.

Il 6 ottobre tornano anche le jam session che prendono il via venerdì 5 nel nuovo Spazio Astra. Dalle ore 23, ad ingresso gratuito, a condurre la serata sarà il Tommaso Perazzo Trio (Tommaso Perazzo piano, Marco Zenini basso, Marcello Cardillo batteria) in collaborazione con MusiCamDo.

Il sabato di Young Jazz non finisce qui e andrà ancora avanti fino a notte fonda. In collaborazione con il Dancity Festival, al Serendipity e a partire dalle ore 1.30 di notte (ingresso 10 euro, 7 euro entro le 1), c’è in programma il live di The Maghreban. Ayman Rostom, questo il vero nome dell’eclettico produttore londinese, ama esplorare le infinite modulazioni del suono, come dimostra il suo album di debutto uscito a marzo di quest’anno per la R&S Records. Un incontro tra jungle, reggae, jazz e afrobeat. Dopo aver pubblicato diversi EP e remix per etichette come la propria Zoot Records, Versatile e Black Acre, e dopo essersi già fatto notare con lo pseudonimo di Dr. Zygote, questa volta si spinge oltre le sonorità house e hip-hop delle prime produzioni, spaziando tra i generi. Un live decisamente energico, fluttuante e colorato.

Mostra fotografica

Fino al 7 ottobre sarà ancora possibile visitare la mostra fotografica ‘Visioni’ (dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20). L’esposizione, allestita in una sala dell’Auditorium Santa Caterina, racconta dieci anni di Young Jazz Festival attraverso lo sguardo di alcuni tra i fotografi più affezionati alla manifestazione folignate. Le immagini esposte sono di: Michele Cantarelli, curatore, Roberto Cifarelli, Riccardo Crimi, Elvio Maccheroni, Antonello Putignani, Francesco Truono, Giacomo Velini. Attraverso 42 immagini si passa dai ritratti live quasi scultorei di Cantarelli a quelli più mossi e animati di Putignani e a quelli “posati” di Crimi; dagli scatti ripresi durante i soundcheck a tratti lirici di Maccheroni a quelli solo apparentemente estemporanei di Velini; dagli scatti pregnanti la “joie de vivre” di Cifarelli a quelli ripresi in strada con grande sobrietà da Truono.

Le fotografie testimoniano il passaggio a Young Jazz di artisti già affermati a livello nazionale ed internazionale come Enrico Rava, Stefano Bollani, Dave Douglas e Paolo Fresu, tanto per citare alcuni nomi, ma anche e forse soprattutto di giovani musicisti che, secondo la missione del festival, nel tempo sono diventati grandi come ad esempio Gianluca Petrella, Mauro Ottolini, Dan Kinzelmann e Giovanni Guidi, direttore artistico del Festival, che proprio a Foligno è nato e vive. L’osservazione tuttavia non si ferma agli attori principali ma si allarga ai luoghi, alle atmosfere, agli avventori e agli addetti ai lavori conferendo come risultato complessivo un quadro che, a volte a colori e a volte in bianco e nero, narra i diversi aspetti dello Young Jazz Festival.

Young Jazz

Quattordicesima edizione per un festival – direzione artistica di Giovanni Guidi e patrocinio di Umbria Jazz per il decimo anno consecutivo – dal forte valore culturale, musicale e sociale e che dal 2005, anno della sua nascita, è cresciuto sempre di più proponendo  al suo pubblico nuovi progetti musicali, ricercando forme di collaborazione e di sperimentazione che uniscono la musica jazz con varie realtà sociali e culturali.

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