La difficile vita in cella, visita del garante umbro nel carcere di Capanne

Nel giorno di Natale, il garante regionale di detenuti Giuseppe Caforio accompagnato dal direttore Bernardina Di Mario ha portato gli auguri alla comunità carceraria di Capanne salutando il personale in servizio e i detenuti. Soffermandosi in particolare nella sezione femminile dove attualmente ci sono 46 detenute molte delle quali mamme, lontane dai propri figli. L’occasione, spiega Caforio, è stata utile per fare il punto “sui tanti problemi del mondo carcerario umbro, che oltre al sovraffollamento e alla carenza di personale, vede nelle carenze sanitarie l’aspetto più allarmante. La certezza e fermezza nella esecuzione delle pene – sottolinea il garante – non deve far perdere di vista gli obblighi di assicurare dignità e i diritti costituzionali ai detenuti. Un problema tutto umbro, che rende più oneroso il lavoro della polizia penitenziaria già fortemente oberata, è il gran numero di detenuti dalla Toscana trasferiti in Umbria, che spesso presentano personalità complicate e sono forieri di tensioni e incidenti. A ciò si aggiunga la presenza di persone che hanno una manifesta incompatibilità con la detenzione in carcere che a causa di carenze strutturali vivono situazioni di grave disagio che danno luogo a fenomeni di violenza e autolesionismo. E poi rimane – afferma Caforio – il grande tema del lavoro per i carcerati che costituisce la migliore forma verso la riabilitazione e sul quale c’è molto da lavorare. Nel giorno della festa della luce occorre che tutti insieme ci prodighiamo per farla intravedere in fono al tunnel a chi ha sbagliato, sta pagando e vorrebbe ritornare a far parte della società civile. Alle istituzioni – conclude il garante dell’Umbria – e ad ognuno di noi l’obbligo di non restare insensibili a queste istanze”.