Mazzette cave :altri tre indagati. Da un sms parte il blitz dei Carabinieri

Federico Bazzurro, 65 anni, funzionario della Regione Umbria, avrebbe ricevuto 15 mila euro, mazzetta ” consegnata in più  soluzioni”  dall’imprenditrice perugina Marianna Marinelli. Bazzurro ” redigeva atti per l’approvazione del provvedimento unico regionale (Paur) per la cava di Monticchio (Perugia) gestita dalla Marinelli A.Calce e Inerti srl”, società che non è coinvolta nell’indagine ma di cui la donna è socia. Ma l’inchiesta si allarga e ci sono altri tre indagati. Il primo è Francesco Piselli, direttore tecnico della Piselli Cave srl  e che avrebbe dato 15 mila euro al funzionario della Regione Umbria per alcune attività simili relative alla cava di San Marco. Anche in questo caso la società non è coinvolta nell’inchiesta. La altre due persone indagate sono Enrico Mancini e Roberto Scalla che avrebbero dato sempre a Bazzurro circa 2 mila euro per attività relative a una cava di Gauldo Tadino gestita da Cave di Fabriano e Gualdo srl. Anche in questo caso la società non è indagata. Federico Bazzurro quando è stato arrestato aveva in auto una “mazzetta” di 3 mila euro appena ricevuta . I carabinieri forestali sono intervenuti nel parcheggio di un supermercato a San Marco. Quindicimila euro in più trance  sarebbe stato il “prezzo”  per facilitare alcune autorizzazioni ambientali della Regione Umbria nel settore delle cave. La vicenda nasce da una prima indagine sui rifiuti ed attività di estrazione di inerti in alcune cave gestite dai tre indagati che nel marzo 2020 finirono aglu arresti domiciliari  su ordinanza del gip di Ancona. Gli atti erano stati poi trasmessi alla Procura della Repubblica di Perugia,  dal momento che l’attività corruttiva si era consumata nel capoluogo umbro, consentendo l’avvio di nuove attività investigative. Proprio dalle intercettazioni sono emersi i contatti tra Bazzurro e l’imprenditore.  Ma a mettere nei guai il funzionario della Regione Umbria  è un sms del 18 marzo scorso  con il quale Bazzurro  la informa del rilascio dell’autorizzazione  per poi organizzare l’incontro intercettato dai Carabinieri forestali di Perugia. Interrogati dal Pm entrambi hanno ammesso la consegna di denaro, spiegando però che si trattava del compenso per attività professionale svolta da Bazzurro. Per il Gip Valerio D’Andria la circostanza ” niente affatto improbabile che egli si sia occupato personalmente anche della redazione dei progetti presentati dalla Marinelli, non toglie nulla al carattere illecito della transazione economica”. Per la difesa di Bazzurro, rappresentata dai legali Nicola Di Mario  e Amedeo Centrone,  ” i compensi percepiti non rivestono alcun carattere di illiceità  penale poiché gli stessi, se da un lato appaiono svincolati dall’esercizio della funzione pubblica,  dall’altro  trovano la loro causale giuridica in un rapporto di opera intellettuale”.