Mercato di crediti Iva inesistenti: cinque imprenditori arrestati. Sequestri per 8 milioni di euro
Un blitz scattato questa mattina con nove misure misure cautelari emesse dal Gip del Tribunale di Perugia, su richiesta della Procura della Repubblica. Cinque imprenditori agli arresti domiciliari, quattro professionisti sospesi per un anno, sequestri per 8 milioni di euro tra denaro, immobili e altri beni a carico di 14 persone e sei società. E’ il bilancio dell’inchiesta che coinvolge nove persone con accuse , a vario titolo, che vanno dall’ associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale ad autoriciclaggio di proventi illeciti dell’evasione fiscale. Il tutto parte da una indagine della Guardia di Finanza del comando provinciale di Perugia, Nucleo di polizia economica e tributaria , su un giro di crediti Iva inesistenti e intestazione fittizia a prestanomi nullatenenti, anche con precedenti penali . Per la maggior parte i crediti Iva inesistenti venivano ceduti a società inattive, gestite da alcuni professionisti, che provvedevano a chiedere i rimborsi. L’operazione “Mercato di crediti Iva inesistenti”, avrebbe preso il via dall’approfondimento di alcuni contratti di cessione del credito. Il sospetto degli investigatori è nato dopo aver appurato che nei contratti di cessione dei crediti risultavano gli stessi professionisti che si alternavano le cariche societarie , anche con soggetti sconosciuti al fisco. Per il Procuratore capo Raffaele Cantone l’attività investigativa ha consentito ” di acclarare l’esistenza di un’associazione criminale che, nel tempo, ha costituito e gestito un vero e proprio mercato di crediti Iva inesistenti, con lo scopo di commercializzarli e riciclare i proventi illeciti, attraverso il trasferimento delle somme di denaro a persone compiacenti e società, anche estere, in assenza di rapporti economici e commerciali”. Il Gip ha firmato i 9 provvedimenti cautelari per il rischio di reiterazione dei reati, considerando ” la gravità dell’attività illecita protrattasi nel tempo né cessata, con il conseguimento di profitti illeciti significativi”. Per il giudice delle indagini preliminari, gli indagati se non sottoposti ad adeguata misura, possono continuare la precedente attività, con gravissimo danno all’Erario.