Pd , l’ arca democratica e la pace ritrovata. Cosa prevede l’armistizio Bori, Meloni , Bettarelli. La vicepresidenza di Paparelli e il ritorno tifernate.

In ogni armistizio c ‘ è un elemento chiave: tutti i combattimenti si concludono senza che nessuno si arrenda . E’ quello sancito in questi giorni da un pezzo rilevante del Pd Umbro, che cerca di trovare una via d’uscita allo stallo di questi mesi e di pianificare una buona parte del prossimo futuro. Un modus vivendi trovato dai nuovi riferimenti democratici ,con l’avallo di qualche personaggio del passato, in modo da chiudere il cerchio senza troppi affanni. L’obiettivo è togliersi i pesi di dosso, pesi che potrebbero creare problemi in futuro e che impedirebbero di sperimentare una nuova fase. Per creare un nuovo equilibrio è giunto il momento di liberarsene. Più o meno è questo il ragionamento fatto da alcuni “leader” del momento con l’aggiunta di peones di minor peso politico. Un rassettamento che prevede assetti ben precisi senza fare prigionieri . Naturalmente all’orizzonte c ‘ è il congresso regionale del Pd, uno spartiacque che chiuderà definitivamente una stagione. Un appuntamento che segnerà un prima e un dopo nella vita dei democratici umbri. Un accordo “siglato” tra i nuovi eletti di Palazzo Cesaroni, coloro che hanno abbracciato la bandiera del cambio generazionale e , dopo qualche perplessità iniziale, hanno deciso di asfaltare il resto. Habemus papam sarà l’annuncio di Tommaso Bori, Michele Bettarelli e Simona Meloni tra qualche settimana , con il primo , candidato a nuovo segretario regionale. Prima però ci sarà da sistemare qualche casella che verrà utile per chiudere bene il cerchio. Nei prossimi giorni Fabio Paparelli sarà indicato dai democratici umbri vicepresidente della commissione antimafia di Palazzo Cesaroni, cosi dovrà starsene tranquillo per gli anni a venire. Poi sarà la volta del congresso regionale con Tommaso Bori candidato dalla stragrande maggioranza del partito che annuncerà di lasciare il ruolo di capogruppo in regione. A questo punto arriverà la candidatura di Michele Bettarelli a capogruppo del pd a Palazzo Cesaroni. Un incastro perfetto , come un falegname che collega due pezzi di legno senza usare un chiodo. Così il quadro si completa: Bori segretario, Bettarelli capogruppo e la Meloni vicepresidente del consiglio. A realizzare questa strategia concorreranno i Sindaci del Trasimeno ( con qualche mal di pancia), i democratici dell’alta valle del Tevere con Città di Castello e Umbertide in testa ( Cecchini e Giulietti in prima fila ), tutto il Pd di Perugia (  Sarah Bistocchi e Francesco Zuccherini), quello che resta dei democratici folignati e il Pd di Spoleto, la grande maggioranza del partito ternano. Per ora i parlamentari non vengono messi in discussione , come i padri storici (Verini e Sereni) ma in futuro è previsto il completamento dell’opera. Del resto nelle grandi operazioni si agisce per stati d’avanzamento. Donatella Porzi , da dieci anni impegnata nell’affermare i valori della legalità e negli ultimi cinque nel ruolo di Presidente del Consiglio, è considerata un intralcio.  Ps Qualcuno si appresterà a smentire quanto ricostruito ma basta aspettare.