Terni, tutti assolti i sei imputati per la vicenda castello di Narni. Tre furono arrestati, gli attacchi a Paglia

Tutti assolti dal tribunale di Terni “perché il fatto non sussiste” i sei imputati del processo relativo alle presunte irregolarità nella compravendita del castello di San Girolamo di Narni. Tra loro l’ex Sindaco Stefano Bigaroni, l’ex direttore tecnico della diocesi di Terni Luca Galletti , l’ex economo della curia Paolo Zappelli, il dirigente dell’ufficio Urbanistica del Comune di Narni Antonio Zitti, la dirigente dei servizi finanziari dello stesso Comune Alessia Almadori e il notaio Gian Luca Pasqualini. L’accusa contestata nei confronti di tutti e sei gli imputati era quella di truffa. L’indagine sulla compravendita risale al luglio del 2013 quando vennero arrestati Galletti, Zappelli e Zitti, poi tornati in libertà. Secondo gli inquirenti il gruppo avrebbe avuto l’obiettivo di pervenire alla compravendita del castello formalmente da parte di una immobiliare, ma in realtà con l’utilizzo indebito di denaro della diocesi. Il fascicolo – nel quale inizialmente era ipotizzata l’accusa di associazione a delinquere finalizzata ad una serie di reati – aveva coinvolto in un primo momento anche l’allora vescovo di Terni Vincenzo Paglia, oggi Presidente della Pontificia Accademia per la vita, la cui posizione era stata poi archiviata dal gip su richiesta della stessa procura. Sempre il Pm, durante il processo, aveva chiesto l’assoluzione di Bigaroni e Almadori e la condanna a pene comprese tra un anno e un mese e due anni e tre mesi per gli altri imputati. Già a novembre 2018 un’altra imputata, l’architetto del Comune di Narni Alessandra Trionfetti, era stata assolta con formula piena in abbreviato.  Proprio l’archiviazione della posizione dell’ex Vescovo Vicenzo Paglia aveva già minato l’impianto dell’accusa; mons. Paglia nei giorni scorsi si è presentato davanti al collegio del Tribunale, presieduto proprio dalla Presidente Ianniello, rispondendo a tutte le domande delle parti. L’ex vescovo ha ribadito che l’operazione San Girolamo ” rappresentava un progetto importante per dare vita ad un centro convegnistico di tipo religioso e con finalità anche turistiche e ricettive”. Un progetto nel quale Paglia credeva molto anche per lo sviluppo del territorio. Al termine del processo l’avvocato Manlio Morcella ha ricordato che con questa sentenza si fa giustizia alla ” terribile campagna di stampa contro mons.Paglia. L’ex Vescovo ha lasciato la diocesi all’inizio del 2012 con un appesantimento debitorio di circa 10 milioni di euro ma con un apprezzamento immobiliare e artistico di circa 50 milioni di euro, apprezzamento che è stato sempre oscurato dalle inchieste interne e dall’aggressione dei media”.